INTERVISTA al PESIDENTE del TRIBUNALE di TORRE ANNUNZIATA

La Riforma della Giustizia con Il Presidente del Tribunale di Torre Annunziata Ernesto Aghina, a cura dell’avv. Annarita Borelli.

 Presidente Aghina, siamo in  presenza di una riforma tesa a difendere i cittadini dai soprusi di una giustizia eccessivamente inquisitoria, o siamo ad un arresto del potere della magistratura?  Non accoglierei nè la prima né la seconda ipotesi, siamo di fronte ad un restiling  di un settore molto marginale del  diritto penale, ispirato a convincimenti che vanno tutti verificati sulla prova dei fatti.  L’Associazione Nazionale Magistrati ha attaccato duramente le misure del progetto di legge, si può parlare di interferenza? Saro’ poco politicamente corretto, ma  non credo si possa parlare di “attacco”.  Anche io  ho dato la mia opinione a sollecitazioni di organi di stampa. L’Associazione Nazionale Magistrati,  che come è noto è l’unico sindacato di categoria che ricomprende l’intera platea dei magistrati italiani, di fronte a qualsiasi iniziativa di riforma,  da parte di qualsiasi esecutivo,  ha sempre offerto un contributo valutativo, che non è  né  di critica, né di adesione. Si tratta di considerazioni che spero possano essere ascoltate, perché solo chi opera sul campo è in grado di fare una prognosi di valutazione. Purtroppo ho letto anche io, che il Ministro in maniera forse azzardata, ha dichiarato che questa è una interferenza, ma spero rivisiti questa sua valutazione, perché da sempre l’Associazione Nazionale Magistrati, come tutte le Associazioni di categoria è pienamente legittimata ad offrire un contributo, poi che venga  o meno accolto  è competenza del legislatore e dell’esecutivo in particolare. Cosa ne pensa dell’abolizione del reato dell’abuso d’ufficio ? la scarsità delle condanne giustifica l’abolizione della norma? La scarsità delle condanne, 19 se ho letto bene nell’ultimo anno, è certamente il frutto di una rivisitazione normativa. L’abuso di ufficio è stato progressivamente novellato nel tempo e anche in tempi recentissimi,  escludendo l’ambito  della discrezionalità dal penalmente rilevante, riduce  i margini punitivi. A mio modo di vedere, comunque, si tratta di  un settore della amministrazione che necessita di una copertura normativa .Da più parti si stanno facendo varie ipotesi, inerenti a interessi privati del pubblico amministratore che convogliavano prima nell’abuso di ufficio, oggi zona franca che da cittadino, non da magistrato , mi preoccupa.  L’inappellabilità delle sentenze di assoluzione, un istituto creato 231 anni fa (nel 1791), nel Bill of Rights della Costituzione Usa, ovvero il diritto del cittadino a non essere processato due volte per lo stresso reato, nasce dalla necessità di proteggere il cittadino innocente da ulteriori iniziative penali o da altro? Su questo già il legislatore è intervenuto ed è intervenuta anche la Corte Costituzionale. Naturalmente noi ci rimettiamo alla valutazione del Giudice delle leggi. Capisco quale possa essere lo spirito di una tale norma,  ma questo presuppone apoditticamente che il Giudice di primo grado, quando assolve, abbia sempre ragione, cosa che mi permetto di dubitare, nel senso che la rivisitazione del giudicato, da parte del Giudice di gravame,  dovrebbe riguardare sia le ipotesi di condanna che quelle di assoluzione. Il più rilevante difetto che affligge la nostra Giustizia e la perdurante lentezza del processo civile che tanto impatto negativo ha sulla attività economica, e del processo penale ove la prescrizione, lungi dal costituire una soluzione estrema al problema della durata dei procedimenti, è spesso adottata come strategia difensiva. Ma di fatto esistono altri rimedi alle lentezze giudiziarie? Certamente  si, periodicamente ogni Ministro della Giustizia ha tentato di intervenire su quello che è lo snodo di maggiore criticità della giustizia, che è quello che viene percepito come drammatico da parte del cittadino. E’ vero che questo pacchetto di norme non contempla alcun meccanismo acceleratorio. E’ vero che la categoria dei Giudici, e parlo anche da cittadino, vuole che si possa intervenire, con un incremento del personale giudiziario, oggi abbiamo una scopertura degli organici molto rilevante, con un incremento del personale amministrativo e con interventi correttivi del processo, come la telematizzazione già acquisita nel civile che se estesa nel  penale, certamente darà dei frutti. Noi siamo abituati a richiedere risultati immediati, ma i  risultati  di questa portata bisogna avere la pazienza di aspettarli nel tempo. Conclusivamente cosa ne pensa di questa riforma e soprattutto cosa auspica per il sistema giudiziario? Sulla riforma sono abbastanza perplesso, anche perché io, come la stragrande maggioranza di chi si occupa di processo penale, sono stanco   di studiare riforme che si susseguono a riforme. L’auspicio era quello di verificare sul campo l’effetto delle riforme. Non credo sia una buona politica, quella di apportare rilevanti modifiche del processo  penale. Una moratoria, nell’ambito giudiziario sarebbe opportuna,  ma esiste sempre una volontà di chi arriva a nuovo incarico, di apportare delle modifiche di carattere personale. Io spero che queste non si susseguono ad altre, perché questo stressa completamente il sistema giudiziario. (di Annarita BORELLI addetta Stampa di Rete Nazionale Forense)

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