PESCHERECCIO AFFONDA NEL PORTO DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO

COMUNICATO CAPITANERIA DI PORTO- GUARDIA COSTIERA SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Affondamento motopesca nel porto di San Benedetto del Tronto. Il secondo peschereccio che affonda in 5 giorni!
Un altro peschereccio affondato a distanza di soli cinque giorni dal naufragio del M/P Antonio Padre, questa volta all’interno del porto di San Benedetto del Tronto. La segnalazione è giunta nella tarda serata di ieri alla Sala Operativa della locale Capitaneria di porto. Il peschereccio, lungo 21 metri, era appena rientrato dall’attività di pesca ed aveva ormeggiato al suo abituale posto (banchina di riva) quando, per cause ancora da definire, è affondato adagiandosi sul fondale di circa 3 metri, con la parte sinistra dello scafo a pelo d’acqua e ancora visibile. Immediatamente il Comandante del porto, Capitano di Fregata Alessandra Di Maglio, ha disposto l’invio di personale militare e dell’equipaggio della motovedetta di guardia in porto, al fine di appurare i fatti e coordinare le operazioni necessarie al contenimento dell’eventuale inquinamento. L’Autorità marittima ha diffidato l’armatore del motopesca a porre in essere ogni azione finalizzata ad impedire ogni forma di inquinamento causato dall’eventuale fuoriuscita di idrocarburi dal peschereccio. L’Armatore ha provveduto a mettere in sicurezza lo specchio acqueo interessato mediante il posizionamento di panne assorbenti e panne contenitive. In queste ore, gli uomini e le donne della Guardia Costiera picena stanno ascoltando tutti i membri dell’equipaggio del peschereccio per ricostruire la dinamica dell’affondamento. La Capitaneria di porto di San Benedetto, proseguirà a ritmo serrato un costante monitoraggio portuale e ambientale. San Benedetto del Tronto, 23.04.2024.- “Sto male ho perso tutto, ben quarant’anni anni di lavoro” dice Paolo Mastrangelo, armatore del peschereccio “Antonio Padre”. L’equipaggio era formato dall’armatore Paolo Mastrangelo, dal comandante di origini tunisine,  e da un altro membro sempre tunisino. In banchina così è stato commentato l’incidente: “È stata una sbadataggine, non se ne sono accorti che stavano andando addosso all’ex piattaforma, che in realtà è un palo grosso come quello della luce: è stata proprio sfortuna colpirlo. Il palo è segnalato, però non si vede molto, soprattutto quando si va in rotta inversa verso fuori con l’orizzonte buio si riesce a vedere una lampadina che sta proprio sulla testa della Fabrizia 1, ma quando si torna verso terra con le luci della costa è difficile vederla»

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Redazione

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