IL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE INTERVIENE SULLA QUESTIONE CARCERI E COVID-19

Il governo e la politica tutta – quasi – continua a sottovalutare la situazione del sovraffollamento delle carceri ed i grossi rischi che stanno correndo la popolazione carceraria  e,  gli operatori penitenziari in relazione all’emergenza Covid -19.  Maria MASI,  Presidente facenti funzioni del Consiglio Nazionale Forense interviene a nome degli avvocati: “CHIEDIAMO UN INTERVENTO DEL GOVERNO SULLE CARCERI: ” Il Consiglio Nazionale Forense ha inviato oggi all’attenzione del governo una delibera approvata dal plenum sull’emergenza carceri e il “preoccupante aumento di positivi al virus Covid-19”, per chiedere “l’immediata adozione di tutti i provvedimenti normativi necessari a ridurre il sovraffollamento delle carceri e rendere effettiva la tutela del diritto alla salute, costituzionalmente garantito, dei detenuti e di tutti coloro che operano all’interno degli istituti penitenziari”. “Negli istituti penitenziari – si legge nella delibera approvata dal Consiglio Nazionale Forense – le misure adottate dal governo, tra le quali la concessione della misura alternativa della detenzione domiciliare, sono del tutto inidonee”. La delibera del Consiglio Nazionale Forense, inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Guardasigilli Alfonso Bonafede, al capo del Dap Basentini e al Garante nazionale dei detenuti Palma, rileva che il coronavirus ha “già provocato la morte di un detenuto, mentre aumentano ogni giorno i casi accertati di positività di detenuti e agenti di polizia penitenziaria”, e evidenzia che “l’emergenza sanitaria in atto per la pandemia da Covid-19 impone soluzioni non più procrastinabili per ridurre la cronica situazione di grave sovraffollamento delle nostre carceri”. L’istituzione forense sottolinea inoltre, nella documentazione indirizzata al governo, che l’Italia in passato “è stata condannata già due volte dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”, e che l’attuale situazione di sovraffollamento nelle carceri italiane “non rende possibile il rispetto delle misure prescritte dalle autorità sanitarie finalizzate a contenere la diffusione della pandemia ed attuare il distanziamento sociale”. Infine, il Consiglio Nazionale Forense  ha sottoscritto un protocollo di intesa con la Corte di cassazione, la Procura Generale presso la Corte di cassazione limitatamente alla trattazione delle adunanze civili ed udienze penali camerali non partecipate, che prevede la collaborazione per la digitalizzazione degli atti processuali, sia attraverso l’invio di copia informatica di quelli già depositati in originale cartaceo, sia con il deposito di memorie e motivi aggiunti tramite posta elettronica certificata. 

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Redazione

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