LA GUARDIA COSTIERA DI PALERMO IN PRIMA LINEA NELL’ATTIVITA’ DI PG

COMUNICATO STAMPA DELLA CAPITANERIA DI PORTO – GUARDIA COSTIERA – PALERMO. La Capitaneria di Porto – Guardia Costiera – di Palermo, con una nota del 11 febbraio, in merito al  caso riguardante l’affondamento del peschereccio Nuova Iside, ha fatto sapere, che “in esecuzione dell’Ordinanza di Applicazione di misure cautelari  emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, C.G. classe 1975 e C.G. classe 1994, all’epoca dei fatti rispettivamente Comandante e Terzo Ufficiale di Coperta della motonave Vulcanello M.,  sono stati tradotti in carcere presso le case circondariali di Poggioreale e di Locri, mentre  l’armatore B.R. classe 1946 è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. La nave secondo le indagini potrebbe essere stata coinvolta nell’incidente avvenuto il 12 maggio 2020 e che potrebbe avere comportato l’affondamento del motopesca Nuova Iside, e dei suoi tre membri di equipaggio, in un tratto di mare a Nord di San Vito (Trapani). Si legge nella nota “Una complessa e capillare attività di ricerca condotta con estrema perizia dai mezzi aeronavali della Guardia Costiera di Palermo, consentì di recuperare i corpi di due membri dell’equipaggio e, successivamente, con l’ausilio di unità navali specializzate della Marina Militare, di individuare il relitto del motopesca affondato nei pressi dell’ultima posizione nota” è scritto nella ricostruzione della Guardia Costiera. “Il 20 giugno 2020,  sulla spiaggia di San Ferdinando (Gioia Tauro), è poi stato ritrovato un corpo, successivamente risultato appartenere al terzo marittimo disperso”. Per l’accertamento e la ricostruzione dei fatti è stata condotta “una intensa, articolata e specialistica attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, che ha disposto: il sequestro del VDR (Voice Data Recorder), “la scatola nera” della nave Vulcanello M.; l’ispezione alla carena della nave con il Nucleo Subacquei della Guardia Costiera; una specifica attività investigativa sullo scafo della nave Vulcanello M, con l’ausilio del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche – RIS di Messina, per la ricerca di elementi oggettivi riconducibili ad un possibile impatto con il Nuova Iside”. Gli accertamenti sono, poi, proseguiti “con il sequestro della nave, l’esame della strumentazione di bordo, in particolare il Vdr, che ha permesso di ricostruire con accuratezza le fasi della navigazione nell’imminenza dell’ipotizzato sinistro marittimo”. La Capitaneria di Porto di Palermo ha specificato che “sono stati, inoltre, compiuti mirati accertamenti  presso il cantiere di costruzione del Nuova Iside, ispezioni a bordo della nave Vulcanello M. e perquisizioni delle sedi della società armatrice della nave, anche in relazione alla accertata pitturazione del suo scafo, quale integrazione della fattispecie di reato di ipotizzata frode processuale. Per effetto dei citati provvedimenti, eseguiti in data odierna, gli indagati sono stati tradotti da personale della Guardia Costiera di Palermo, con l’ausilio di personale dei Comandi di Napoli e Gioia Tauro, presso le case circondariali di Poggioreale e  Locri, a disposizione della Autorità Giudiziaria procedente”. I marittimi  risultano iscritti nel registro degli  indagati per i reati di omicidio colposo e naufragio colposo, mentre a carico dell’armatore, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari eseguita dal  Nucleo Speciale d’Intervento del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto di Roma, è indagato per i reati di frode processuale e favoreggiamento personale.

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