Il testo, approvato con 490 voti a favore, 82 contrari e 48 astensioni, entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE e, gli Stati membri entro il 2022 dovranno approvare una norma per recepire la direttiva con le nuove regole.
Il congedo di paternità non va confuso con l’istituto del congedo parentale, che permette ai genitori di stare a casa per i primi anni di vita del bambino.
La direttiva prevede anche due mesi di congedo parentale non trasferibile e retribuito e, gli Stati membri dovranno fissare un livello adeguato di retribuzione, tenendo conto del fatto che questo spesso comporta una perdita di reddito per la famiglia.
Il congedo dovrà essere pagato non meno dell’indennità di malattia. Si riconosce il diritto ad ogni genitore di usufruire di 4 mesi di congedo, di cui due non trasferibili all’altro.
Dall’UE, arriva anche un altro segnale importante, sulla conciliazione tra lavoro e famiglia: i genitori e coloro che prestano assistenza, potranno richiedere modalità di lavoro adattabili, quando possibile, ricorrendo al lavoro a distanza o a orari flessibili. Gli Stati membri devono offrire 5 giorni all’anno di congedo per i lavoratori che prestano assistenza personale a un parente o, a una persona che vive nella stessa famiglia a causa di un grave motivo di salute o, per una infermità connessa all’età.
La direttiva darà alle madri e ai padri la stessa opportunità di prendersi cura dei propri figli e, contemporaneamente, portare avanti la propria carriera professionale e, stabilisce i requisiti minimi che tutti gli Stati membri dovranno attuare nel tentativo di aumentare le opportunità delle donne nel mercato del lavoro e rafforzare il ruolo del padre, o di un secondo genitore equivalente, nella famiglia.