SUL FEMMINICIDIO di Francesco PALOPOLI

Nelle ultime settimane non si fa altro che ascoltare dagli organi d’informazione, una costante e giornaliera denuncia di uccisioni di donne, rese ancor piu’ terribili ed emozionali dalla dovizia di particolari sull’esecuzione e sulle pregresse situazioni familiari. Pur nella piena ed assoluta solidarieta’ e profonda tristezza per ogni donna uccisa, devo dire che mi sono un po’ stufato di questa assillante ed univoca attenzione da parte dei media verso ogni cosi’ detto “femminicidio”, come se fosse solo il sesso femminile a subire la violenza e l’omicidio mentre l’uomo viene considerato univocamente come un disgustoso assassino di donne. Bene, posso dire in modo definitivo da maschio, che io non ho mai pensato di uccidere nessuna donna e, come me, tutti gli uomini che conosco sono assolutamente scevri da questa idea di annientamento o ferocia “femminicida”, semmai esattamente il contrario e cioe’ i maschi stanno diventando tutti delle brave persone. Sono assolutamente convinto che la stragrande maggioranza degli uomini, per quanto riconosco essere fondamentalmente “stronzi”, non pensano minimamente di essere aggressivi, assillanti, violentatori, vendicativi o assassini nei confronti della partner, come gli organi d’informazione e molte amiche con commenti qui su facebook vorrebbero farci credere, ma siamo per lo piu’ compagni amorevoli e padri corretti; al massimo possiamo essere mascalzoni, fedifraghi, infedeli, sciatti e trascurati, ma non certo assassini sanguinari. Essendomi un (bel) po’ rotto le scatole di queste continue accuse che, in qualche modo, coinvolgono anche me come rappresentante dell’universo maschile, mi sono andato a documentare sull’argomento, ed in particolare ho trovato i dati degli ultimi anni dell’ISTAT, non di una qualsiasi agenzia di statistica “Pizza e fichi” ma l’Istituto Nazionale di Statistica, e quello che ne risulta e’ una situazione molto meno enfatica e drammatica di quello che vorrebbero farci credere, direi anzi tendenzialmente positiva. Sia ben chiaro, ogni omicidio, che sia di maschio o di femmina, e’ sempre una tragedia, ma negli ultimi 25 anni il gradiente in Italia e’ decisamente in discesa, passando dai 4 maschi uccisi per 100 mila abitanti del 1992 ai 0,8 (meno di uno!) del 2017, mentre le vittime donne di omicidio sono rimaste complessivamente stabili, anche se sempre in discesa, da 0,6 a 0,4 per 100 mila femmine. (grafico di cui sotto) Se la tendenza mantiene la stessa evoluzione, negli ultimi anni questi valori si saranno sicuramente ulteriormente abbassati, grazie anche ai look down degli ultimi due anni. Come si puo’ vedere, siamo passati da un valore di uomini uccisi 5 volte superiore alle donne del 1992 ad un valore solo doppio del 2017, sempre tanti ma decisamente in calo e convergenti alla media tra generi. Quello che sicuramente qualche amica potrebbe obiettare e’ che, pero’, cambiano le percentuali secondo la relazione della vittima con l’omicida per genere. Bella domanda! In passato avrebbe potuto avere anche ragione. Invece, negli ultimi anni i due dati, per uomo e donna, si stanno indirizzando ad essere molto simili, cosicche’, nel 2019, i maschi uccisi da uno sconosciuto sono il 64% mentre quelli uccisi dal partner, parente o conoscente sono il 36% e, per le donne, quelle uccise da uno sconosciuto sono il 61% e quelle uccise dal partner, parente o conoscente sono il 39%… praticamente le stesse percentuali, senza alcuna significativa distinzione tra generi. Con questo cosa voglio dire? Che e’ sempre odioso sapere che una donna viene uccisa, ma esattamente come lo e’ la morte di un uomo, senza alcuna differenziazione di genere, visto che i numeri (non le sensazioni) ci dicono che i fenomeni sono praticamente simili se non addirittura inferiori per quanto riguarda il “femminicidio” rispetto al “uomicidio”.Per vostra comodita’, vi “linko” il sito dell’ISTAT dove ho consultato quello che ti ho riassunto, cosi’ potrete verificare da voi stessi se le informazioni che vi sto dando sono corrette o fallaci, e vedrete che anche la percezione di insicurezza in generale, enfatizzata da alcune forze politiche, e’ per lo piu’ non giustificabile, semmai il contrario. Per concludere, noi uomini siamo sicuramente degli “stronzi”, come notoriamente le donne sono delle “rompicoglioni”, ma non e’ assolutamente vero che siamo tutti degli assassini o dei violentatori come vorrebbero farci credere.

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