ANTONETTI: LA SITUAZIONE DRAMMATICA DEL CARCERE DI CASTROGNO

Partecipare oggi, al dibattito sulla drammatica situazione del Carcere di Castrogno, nel quadro delle iniziative organizzate dal Partito Radicale in occasione di ogni festività, è stato per me doppiamente significativo. Sul piano personale e su quello politico – istituzionale. Personale perché, oltre al contatto dovuto dallo svolgimento della professione di avvocato, vivissimo in me è il ricordo di quello che fu il primo sistema di volontariato di assistenza in carcere, organizzato a Teramo negli Anni ’70 da una donna straordinaria, mia madre. Politico – istituzionale perché i “numeri” del Carcere di Castrogno, nella loro rigidità matematica, tracciano il ritratto di una sconfitta collettiva ormai cronica: 400 detenuti, di cui 105 in attesa di giudizio e 53 senza nemmeno la condanna in primo grado, 114 detenuti stranieri senza mediatori linguistici e culturali; assistenza sanitaria critica con un solo medico e due infermiere e senza medicinali adeguati alle varie cure; un solo dentista e neanche uno psicologo, benché le celle di Castrogno ospitino 200 detenuti con problemi psicologici. E se questa è la situazione dei detenuti, altrettanto allarmante è grave è quella – direbbe Marco Pannella – dei detenenti: gli agenti della Polizia Penitenziaria che sono costretti a svolgere il loro compito con turni impossibili e stressanti che rendono quasi impossibile ed eroico il loro lavoro! Numeri che sarebbero insufficienti anche se il carcere avesse il giusto numero di reclusi. La condizione di sovraffollamento e le problematiche di organico sottodimensionato e di strutture ormai obsolete costituiscono un gravissimo problema sociale che lede la dignità della persona e che va ben oltre l’emergenza. Un’emergenza che rende impossibile anche il rispetto del dettato Costituzionale che impone il recupero e il reinserimento nella società dei detenuti favorendo percorsi di studio, di formazione lavoro e, perché no, anche di cura sportiva. Ricordo come, nel 2007 organizzammo un’iniziativa unica in Italia, con una partita dei nostri campioni di basket insieme ai detenuti, nel quadro di un progetto che vide anche, per alcuni detenuti, la possibilità, come premio per il loro comportamento in carcere, di assistere a turno alle partite di serie A. Fu un momento esaltante e di alto valore morale ed educativo per tutti! Ma della grave condizione e situazione del carcere di Castrogno, se sarò Sindaco, voglio e devo farmi carico. Infatti, al di là delle specifiche competenze istituzionali del sindaco, mi adopererò con decisione, determinazione e senza lasciare nulla di intentato per evidenziare in modo forte e adeguato il problema creando le necessarie sinergie con le istituzioni competenti richiamandole alle loro responsabilità su una situazione molto grave e non più sostenibile. Carlo Antonetti Candidato Sindaco di Teramo. 

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Redazione

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