La crisi economica conseguente all’epidemia da Covid – 19 non ha risparmiato neppure la classe forense, complici la sospensione pressoché totale dell’attività giudiziaria, l’assenza di ammortizzatori sociali e un numero di iscritti elevato rispetto alle richieste di mercato. Nel 2020 le cancellazioni dall’albo sono aumentate, mentre sono state oltre 144.000 – su un numero di avvocati iscritti agli ordini professionali di 245.478 – le domande di accesso al “reddito di ultima istanza”, di cui la maggior parte riguardanti avvocati con redditi inferiori a 35.000 euro. Il governo al fine di ridurre gli effetti negativi causati dall’emergenza epidemiologica da COVID-19 sul reddito dei lavoratori autonomi e dei professionisti e di favorire la ripresa della loro attività, con la legge di bilancio 2021 ha previsto l’esonero dai contributi previdenziali a coloro che “ abbiano percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito complessivo non superiore a 50.000 euro e abbiano subìto un calo del fatturato o dei corrispettivi nell’anno 2020 non inferiore al 33 per cento rispetto a quelli dell’anno 2019”. Misura, che così come prevista, non trova d’accordo Rete Nazionale Forense! La proposta di modifica ( 3.2 al DDL 2144) della legge di bilancio – emendamento n. 47.2 al Sostegni bis dell’On.le Teresa MANZO, Vice Presidente Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di firme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale – di esonerare per gli anni 2020 e 2021 dal pagamento dei contributi previdenziali, indipendentemente dal calo del fatturato, tutti i lavoratori autonomi e liberi professionisti che hanno un reddito netto 2020 fino a 20.000 euro. Iunio Valerio Romano, membro della 11ª Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale): “Ho inteso accogliere la proposta di presentare un emendamento al #decretoSostegni che preveda l’esonero contributivo, indipendentemente dal calo di fatturato o dei corrispettivi, in favore dei lavoratori autonomi e dei professionisti con un reddito netto fino a 20mila euro nel 2020, perché il lavoro da salvaguardare in questo contesto di crisi economica diffusa non è solo quello dipendente. Tengo a precisare che il deposito di un emendamento ingenera forti aspettative. Correttezza vuole che alla gestazione dello stesso, debba seguire un dialogo serrato con tutti gli attori politici e tecnici coinvolti, che non sempre produce il parto auspicato. L’importante, tuttavia, è coltivare il proprio obiettivo, senza farne mera propaganda, perché non è la presentazione in sé di una proposta emendativa a soddisfare le aspettative di cui sopra, ma tutto il lavoro che c’è dietro e sul quale il cittadino confida, pur senza poterne avere sempre piena contezza”.
Misura di equità e di giustizia sociale che Rete Nazionale Forense sostiene con forza!
DI SEGUITO LA NOTA DEL COMITATO DEGLI AVVOCATI DEL 21.06.2021
“Al Ministro della Giustizia e Sigg.ri Sottosegretari On. Macina e On. Sisto
Ai Ministri del Lavoro e del MEF
E p.c.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Draghi
Ai membri delle Commissioni Bilancio (On. Teresa Manzo) e Lavoro (Sen. Iunio Valerio Romano)
“Illustrissime Autorità,
i Sottoscritti rappresentanti del Comitato degli Avvocati intendono esprimere – unitamente agli altri 724 Colleghi in allegato, appartenenti a quasi 100 Fori d’Italia – il proprio convinto sostegno alla proposta di esonero contributivo totale per gli anni 2020 e 2021, da riconoscersi in via immediata ai redditi 2020 fino a 20.000 euro netti, indipendentemente dal criterio del calo di fatturato, previsto nella misura elevata del 33% che, di fatto, esclude dal beneficio proprio le fasce economicamente più deboli, discriminandole in ragione della esiguità dei redditi prodotti.
Auspichiamo che tale proposta, così come già formulata con emendamento 3.2 al DDL Sostegni n. 2144 (primo firmatario il Sen. Avv. Iunio Valerio Romano ), possa essere ripresentata ed approvata in fase emendativa del cd. “Sostegni bis”, ritenendo detta misura idonea ad intervenire direttamente in aiuto dei lavoratori autonomi e professionisti in difficoltà economica, la cui tutela risulta attualmente disomogenea rispetto ai reali bisogni dei destinatari, con ciò riferendoci non solo alla capacità reddituale, ma anche alla differente natura impositiva della contribuzione (fissa o proporzionale).
Peraltro, gli autonomi ed i professionisti sono i lavoratori maggiormente colpiti dalla pandemia, sia per le restrizioni alle attività lavorative, che per l’esclusione a monte dalla tutela piena dei diritti assistenziali e previdenziali e dalle politiche di sostegno al reddito, privi sia di ammortizzatori sociali, che di certezze salariali. Eppure, si tratta di categorie di lavoratori che rappresentano la vera forza produttiva e propulsiva del Paese e che non comportano un costo fisso per lo Stato, bensì una risorsa umana ed economica.
Inoltre, con la previsione dell’esonero contributivo per le fasce economicamente più deboli, si andrebbero ad affermare i principii costituzionali di ragionevolezza e di uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), nonché quelli di equità e di proporzionalità “in ragione della loro capacità contributiva” (art. 53, comma 1, Cost.). Infatti, il Legislatore lungimirante sa bene che il sovraindebitamento dei lavoratori si tradurrebbe inevitabilmente in un aumento dei contenziosi per il recupero di crediti di fatto inesigibili, con considerevoli ricadute nei bilanci dei rispettivi Enti (e, quindi, dello Stato) e sui livelli occupazionali.
Anche sotto tale ultimo profilo, la proposta interviene per sostenere chi ha già un lavoro e chiede solo di poter continuare a lavorare, scongiurando cancellazioni da Albi o chiusure di partite iva. Si chiede, dunque, di investire sui lavoratori attivi, tutelando anche il futuro pensionistico degli stessi, così rinsaldando il patto di fiducia reciproca tra Stato e cittadini.
Con Alta Osservanza.”
Per il “Comitato degli Avvocati”
Gli Avvocati Daniela Nazzaro (Foro di Roma), Donatella Streppone (Foro di Salerno), Francesca Ruggeri (Foro di Frosinone), Sandro Carcione (Foro di Palermo), Andrea Bottazzin (Foro di Perugia), Giuseppe Pilon e Pierpaolo Saracino (Foro di Lecce).