SARS-COV-2 TRA VOLONTARIETA’ E OBBLIGO VACCINALE

COMUNICATO STAMPA – S.I.A.M.O ESERCITO – SINDACATO ITALIANO AUTONOMO MILITARE ORGANIZZATO :

Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un rapido susseguirsi di eventi, articoli, interpellanze ed interrogazioni parlamentari inerenti l’obbligatorietà vaccinale per il SARS-COV-2. Obbligatorietà che, ancora una volta, vorrebbe vedere coinvolte tra le altre, le uniche persone che non possono scegliere: i militari.

A fronte dell’ultima circolare pubblicata dall’Aeronautica Militare, molti iscritti e non, ci hanno contatti preoccupati, alla ricerca di delucidazioni.

Come sindacato non abbiamo alcuna intenzione di schierarci o di proferire un parere sulla bontà di questa o dell’altra tesi, non entriamo nel merito del dibattito, ma ci preme unicamente tutelare i diritti di ogni militare. Vogliamo pertanto rassicurare nel dire al personale che, AD OGGI, stando alle dichiarazioni del ministro della Salute Roberto Speranza non vige alcun tipo di obbligo di legge alla vaccinazione Covid per nessuna categoria professionale, men che meno per noi militari.

L’Articolo 32 della Costituzione sancisce inequivocabilmente che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Vogliamo quindi sia chiaro sin da subito, che questo sindacato veglierà e denuncerà nei modi consentiti, ogni azione volta a violare i diritti del personale rappresentato e non accetteremo che, la rituale “indispensabilità” ancorata alla necessità professionale, mascheri la “volontarietà” facendone un “obbligo” per mezzo del giuramento prestato e dall’obbedienza che ne deriva.

Per cui chiediamo fin da subito alle massime autorità della Difesa di fare in modo che il diritto di adesione volontaria alla vaccinazione per il Sars-Cov-2 sia PRESERVATO in ogni modo anche in ambito militare, per non creare ancora una volta cittadini di serie b e ricordando che l’eventualità di un obbligo vaccinale dovrà tassativamente passare dall’approvazione del Parlamento, dal necessario rispetto delle procedure vaccinali e dal conseguente riconoscimento della malattia professionale in caso di reazioni avverse con conseguente riconoscimento d’ufficio della causa di servizio, per non doverci ritrovare ancora una volta domani ad affrontare gli spettri del passato.

Roma, 30 dicembre 2020

ESTRATTO sentenza del Consiglio di Stato N. 07564/2020REG.PROV.COLL. N. 07246/2019 REG.RIC in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha affermato che: “È bene, in limine, precisare che è incontestato il dovere giuridico del militare di esporsi al pericolo, […] Tuttavia, l’estensione di tale condizione di agere debere deve essere circoscritta e precisata. Il militare, invero, ha il dovere giuridico di esporsi al pericolo: – recato dalle forze nemiche […] – riveniente dagli svariati rischi inevitabilmente connessi con l’uso, il maneggio e la conservazione del materiale bellico; – intrinseco alle attività addestrative; – conseguente all’ontologia insidia recata dalla permanenza fisica in contesti operativi instabili, in quanto, benché formalmente pacificati, siano ancora percorsi da forti elementi di frattura dell’ordinaria esistenza civile (ragion per cui vengono, appunto, inviati militari e non semplice personale civile). Tale dovere, tuttavia, non può essere inteso come base per affermare che sul militare gravi ogni tipo di rischio comunque conseguente alla sua presenza fisica nel teatro di operazioni. […] Mentre, dunque, il rischio bellico grava sul militare (salvo il caso di scuola di invio in battaglia con un armamento macroscopicamente inadeguato, sempre che altrimenti non si possa fare per le condizioni dell’apparato produttivo e logistico del Paese), il rischio non stricto sensu bellico, ove non implausibile, può e deve essere previsto, circoscritto e prevenuto, nei limiti del possibile, dall’Amministrazione”.

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