A breve nelle librerie il nuovo libro di Vincenza Fava, il romanzo “Sto per tornare a casa” edito dalla casa editrice Scatole Parlanti. La trama del libro s’innesca attraverso le vite di tre donne con un unico punto in comune: lo “scrittore”.
La narrazione in terza persona si alterna alla prima diversificando i punti di vista sul personaggio, per approfondirne la psicologia e la visione soggettiva del mondo. Lara ha quasi quarant’anni, la passione per la letteratura e l’insoddisfazione dovuta all’incapacità di cambiare la sua esistenza; la quotidianità, gli eventi che accoglie, o che cerca di contrastare, si intrecciano alle memorie, ai sogni, alle visioni e a un senso di colpa che ha origine dalla sua adolescenza contrassegnata da un lutto e dalla malattia, ovvero l’alieno che si è impossessato del suo corpo fino a renderla incapace di capire i confini tra la sua personalità e l’ospite, l’amato prediletto, l’inconsapevole traghettatore di una mistificazione ingenua, causa di una percezione distorta dei sentimenti e dei legami famigliari. Silvana ha sessantacinque anni, un matrimonio fallito e una figlia lontana, ma vive bene da sola fino a quando non incontrerà l’uomo che la condurrà nella spirale dell’ossessione; è una donna in lotta con i principi morali, con l’avanzare del tempo, con un amore disturbato che mette in crisi tutte le sue certezze e i suoi credo, in particolare quel senso intimo di felicità che proietta sull’uomo desiderato, senza riuscire a trovare alcun appagamento dentro di sé. Il disequilibrio la porterà sull’orlo della follia che la farà agire in maniera insolita, fino a cercare un modo per soddisfare la sua sete di vendetta. Anna è una diciassettenne ribelle, cresciuta con una ragazza madre, origine dei suoi disturbi comportamentali per una mancanza di affetto che le ha segnato l’infanzia e l’adolescenza. L’origine del suo male è una relazione conflittuale con la madre, ma anche l’impossibilità di accettare le regole della vita e della società verso cui esploderà la sua rabbia confinata a un gesto eclatante, senza tener conto delle conseguenze. Ogni personaggio si confronta continuamente coi propri demoni, con le paure e la morte, quale approdo finale a volte temuto, a volte desiderato. Non mancano i riferimenti poetici: Rilke e Sylvia Plath sorreggono il mistero dell’equivoco esistenziale che si pone di fronte ad anime semplici, arrabbiate, confuse dal mondo che le circonda. Le relazioni sono l’esame cui si sottopongono per reclamare una parte di sé che viene terribilmente fagocitata dagli altri quando l’equilibrio è fin troppo difficile da raggiungere. Le radici dell’essere si sostengono grazie al passato. Ma dov’è la verità se la memoria ci presenta il conto di visioni soggettive, quando il filtro che sottintende ogni ricordo è legato a uno stato d’animo che vive nel presente? I personaggi non hanno dubbi, forse sarà solo il lettore a percepire la sottile linea che divide l’essere “qui e ora” da ciò che ormai non esiste più se non nelle vesti di immagini scorrevoli, flashback improvvisi a cui si dà un notevole peso per ricostruire la propria identità. Ed è in quell’abisso, con cui tutti ci confrontiamo prima o poi, che è possibile ritrovare la strada per un approdo sicuro, nel bene e nel male, nella ragione e nella follia.
E infine c’è Coppelia, che non è una donna, ma la bambola meccanica che tiene le redini della coscienza dello scrittore. Quale scrittore? Il personaggio che riveste un ruolo all’interno della storia o il narratore stesso? Il dilemma si risolve in un finale a sorpresa attraverso una struttura a matrioska in cui ogni testamento possibile conduce a un nostalgico e autentico “ritorno a casa”. L’uscita del libro è prevista per il mese di dicembre, nel frattempo è possibile fare un preordine sul sito della casa editrice: www.scatoleparlanti.it. Va ricordato che in questo momento, a causa della pandemia e delle recenti restrizioni legate ai DPCM, non si possono realizzare eventi legati alla pubblicazione del libro, è per questo che attraverso un preordine è possibile sostenere la piccola e media editoria. (Fonte: Il Mediterraneo, quotidiano)