Nonostante le annunciate intenzioni di evitare un nuovo lockdown generalizzato, di fatto il congelamento delle attività produttive e una significativa limitazione alla mobilità sono già in corso. Le diffuse preoccupazioni per il tracollo economico, prossimo e inevitabile in difetto di misure di intervento audaci e d’impatto, e per la conseguente lacerazione del tessuto sociale del Paese alimentano l’insofferenza dei più. Pur prendendo le distanze dall’irruenza delle proteste in corso, è certo che il malcontento dei cittadini abbia legittimo fondamento nell’incertezza del momento e nell’insoddisfazione per il tanto che sarebbe stato necessario fare negli scorsi mesi. La seconda ondata di contagi, prevedibile, coglie il Paese nuovamente impreparato e non si scorgono all’orizzonte le misure di intervento chiare, decise e uniformi invocate da tempo. L’inquietudine generale e il maggior affanno di alcune aree porta le Regioni a un disallineamento dal piano nazionale e a invocare maggior rigore, con l’introduzione di nuove strette. In un circolo vizioso che dal disagio porta a nuovo disagio. Meritocrazia Italia torna a invocare serietà e determinazione nelle opzioni politiche di gestione della nuova emergenza. Insiste nelle proposte di intervento finora avanzate sul piano del recupero finanziario, del supporto ai comparti a maggiore debolezza e del sostegno alle famiglie e chiede uniformità dei criteri di gestione della crisi. Nella convinzione che il disordine informativo comprometta la serietà del tracciamento dei contagi, fondamentale postulato di interventi mirati alla riduzione della curva di incidenza, e incida negativamente sull’equilibrio emotivo della collettività, favorendo la spettacolarizzazione del fenomeno, Meritocrazia reputa indispensabile la centralizzazione del sistema di raccolta, analisi e comunicazione dei dati. Al fine di contenere le deleterie conseguenze della nuova fase pandemica, promuove altresì l’importanza di: – potenziare la dotazione organica e infrastrutturale sanitaria, con nuove assunzioni temporanee, valorizzazione del contributo di chi ha già dichiarato di voler mettere a disposizione le proprie competenze e professionalità a disposizione del Paese (soltanto in Campania sono 1796 gli operatori socio sanitari risultati idonei non vincitori nell’ultimo concorso) e invito a una solerte partecipazione da parte di associazioni e volontari che tanta utilità hanno mostrato finora, dando supporto e sopperendo a mancanze, e con recupero delle strutture ospedaliere totalmente o parzialmente dismesse; – destinare tutte le indennità di funzione della p.a. connesse all’espletamento di attività non eseguite per lo smart working al finanziamento di un fondo nazionale vincolato da destinare al comparto del privato in difficoltà e da utilizzare per misure di immediato intervento di supporto economico per le Partite Iva più colpite, e di procedere alla riduzione del 30% di tutti gli stipendi pubblici superiori all’importo annuo di € 150.000,00 (secondo le linee tecniche già llustrate nel comunicato del 22 ottobre); – sospendere il pagamento degli stipendi dei politici, a livello governativo centrale e degli enti locali, per l’intero periodo dell’eventuale lockdown totale; – provvedere all’immediato finanziamento delle ZES sul territorio nazionale, rappresentando un potenziale serbatoio di risorse per il rilancio economico del settore produttivo e imprenditoriale; – favorire accordi con le grandi distribuzioni per l’accesso a ‘spese sociali’ per le fasce più deboli; – potenziare i sistemi di assistenza sociale, anche a domicilio, a beneficio della popolazione anziana e delle persone affette da disabilità, con l’implementazione del personale parasanitario, se del caso con il reclutamento e il supporto dei percettori del reddito di cittadinanza; – rafforzare i sistemi di trasporto locale, con la costituzione di un tavolo di concertazione fra attori economici pubblici e privati al fine di evitare congestioni soprattutto durante il periodo scolastico, intensificando i trasporti da e per le scuole; – meglio definire prospettive di medio e lungo termine per il credito d’imposta agli esercizi commerciali; – estendere gli orari di apertura di esercizi commerciali, centri sportivi e luoghi di cultura e aggregazione, assicurando maggior rigore nel rispetto dei protocolli di sicurezza, compresi obbligo di prenotazione per fasce orarie e limiti di capienza; – implementare l’utilizzo di efficaci test rapidi di natura salivare e con possibilità di rapido riscontro degli esiti, con diffusione massiva presso tutti i presidi sanitari, le strutture scolastiche e le attività di necessaria frequentazione, con accesso gratuito alle fasce più deboli. La vera emergenza non è quella sanitaria, ma quella sociale. Sempre dalla parte dei cittadini, ma mai contro quella del Governo.
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