7 OTTOBRE: SINDACATI MILITARI IN PIAZZA

SINDACATI MILITARI IN PIAZZA: SIT- IN il  7 ottobre, in piazza Montecitorio, dei rappresentanti delle associazioni sindacali dei militari per protestare  contro la proposta di legge presentata il 5 luglio del 2018 che porta la firma della deputata del Movimento 5 Stelle, Emanuela Corda ed  altri, recante : “Norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo”.  “Saremo in piazza Montecitorio liberi dal servizio –  dice Eliseo Taverna, segretario generale del Sinafi – per denunciare al Paese e alla classe politica la rabbia e l’indignazione del personale che rappresentiamo. Il testo approvato, mina la funzionalità e l’efficienza del sindacato e se non verrà modificato non sarà in grado di rappresentare gli interessi economici e sociali di 320 mila donne ed uomini in uniforme”. Le rappresentanze sindicali militari partecipanti alla manifestazione (Sinafi, Silf, Usaf, Saf, Libera Rappresentanza, Ncs, Siam, Silme, Usmia e Usif)  con una nota spiegano le ragioni della protesta: “La sentenza della Corte Costituzionale n. 120 del 2018 ha rimosso il divieto di costituire o associarsi in sindacato in capo ai militari delle Forze Armate e agli appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento militare. La decisione della Consulta era l’occasione per riconoscere ai militari ciò che è stato negato per oltre 70 anni per ammodernare e uniformare i tre diversi modelli di relazioni sindacali che oggi insistono all’interno del comparto sicurezza e difesa. Non solo, questa storica sentenza era l’occasione per consegnare ai cittadini un apparato di sicurezza interna ed esterna più trasparente, efficiente e moderno”. Ma le cose sono andate diversamente. Il progetto di legge  Corda, licenziato dalla Camera, non rispecchia le aspettative del mondo militare. Anzi, secondo le rappresentanze sindacali dei militari  che saranno in piazza il 7 ottobre, “è addirittura un passo indietro rispetto all’attuale sistema interno della rappresentanza militare”. Forti perplessità nutrono ad es. per  quanto riguarda  “l’attribuzione al giudice amministrativo delle controversie in materia di comportamento antisindacale, le notevoli e numerose ingerenze alla vita sociale dei sindacati, i paletti posti per le cariche dirigenziali del sindacato e per i distacchi, il computo della rappresentatività sulla forza effettiva e non su quella sindacalizzata, l’esclusione dei criteri di articolazione dell’orario di lavoro e della mobilità tra le materie di competenza del sindacato, l’impossibilità di tutelare effettivamente il personale nei procedimenti disciplinari piuttosto che l’incomprensibile divieto a poter usufruire di uno spazio interno come avviene in tutti i sindacati militari europei e nelle nostre forze di Polizia”. Per Cgil, Cisl e Uil, la protesta  è“giusta e sacrosanta”,  “la condividono e la sostengono con convinzione”,  “il testo della riforma approvato alla Camera rappresenta un vero e proprio passo indietro, anche rispetto alla stessa sentenza della Corte Costituzionale”. La sentenza n. 120 del 2018  della Corte Costituzionale, pronunciandosi sulle questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Consiglio di Stato e dal TAR Veneto rispettivamente il 4 maggio ed il 13 novembre 2017, ha dichiarato parzialmente incostituzionale l’articolo 1475 comma 2 del decreto legislativo n. 66 del 15 marzo 2010 ” Codice dell’Ordinamento Militare” che sanciva il divieto per i militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali.  La Corte Costituzionale, infatti,  con la Sentenza, di cui sopra,  non censurando l’intero articolo 1475, comma 2 del Codice dell’Ordinamento Militare, ma solo la parte che vieta ai militari la possibilità di costituire associazioni professionali a carattere sindacale. Ritiene non fondata la questione di legittimità costituzionale in merito alla facoltà per i militari di aderire ad altre associazioni sindacali, da cui consegue la necessità che le associazioni in questione siano composte dai soli militari. Art. 1475, comma 2° :  “I militari non possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali”. 

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Redazione

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