Antonello TALLERICO SCRIVE A FELTRI

Egr. Sig. Feltri,
rispetto alle Sue esternazioni – peggio ancora sono state le Sue successive, quanto maldestre, precisazioni-, ed ancora rispetto all’ennesima accusa mossa a tutto il meridione di essere la bara della civiltà, sia consentito un minimo di contraddittorio, per dimostrarLe quanto il Suo pensiero sia miserabile, al pari della Sua storia personale.
Prima di parlare del Sud e della sua inferiorità sociale ed economica, Ella avrebbe fatto bene a guardare dentro sè stesso, poiché avrebbe scoperto un uomo debole, che ha sempre cavalcato l’onda dello sdegno del più becero populismo e delle difficoltà altrui.
Molti di noi ricordano le sue speculazioni giornalistiche con il suo Indipendente, anche su alcuni drammi personali che hanno rappresentato la cornice delle inchieste di “mani pulite”.
I suoi feroci attacchi al socialista Bettino Craxi, che Ella definiva con disprezzo il “cinghialone”, finalizzati a fomentare le rivolte popolari e, quell’odio sociale incalzante e, che rappresenta la matrice di quel decadimento morale di cui oggi è affetta la comunicazione, anche quella dei social.
Anche in quel caso fu uno sciacallo, un losco sfruttatore della sventura altrui, ma anche in quel caso dopo la sua violenza verbale, cerco di giustificarsi:
Ho sbagliato. Non scriverei più festosamente davanti alla «rivolta popolare» che accolse Bettino la sera del 30 aprile del 1993 fuori dall’hotel Raphaël a un passo da piazza Navona.
Ma ricordiamo anche che dopo aver osannato il PM Di Pietro, ai tempi di mani puliti, durante la direzione al Giornale, ebbe ad accumulare ben 35 querele da parte dello stesso Di Pietro.
Ma anche in questo caso fu costretto a rimangiarsi tutto ed a scrivere una lettera di scuse che venne pubblicata, unitamente ad un articolo che smontava tutte le infamanti accuse da Lei mosse nei confronti di Di Pietro.
Quindi, nel corso della Sua storia personale ha dimostrato di essere prima un diffamatore e poi un codardo, un uomo che prima racconta il falso e, che poi è costretto ad implorare il perdono.
Il primo segnale di inferiorità si chiama umiliazione e, credo che la Sua rabbia, il Suo desiderio di aggredire “l’altro” sia anche la conseguenza della Sua frustrazione.
Sarà stato anche un bravo giornalista ma, mi consenta, ha dimostrato di esse un modesto uomo, a tratti rozzo ed a tratti crudele.
Ma Lei ricorderà anche quando nel 2000 venne radiato dall’albo dei giornalisti dal Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, per avere pubblicato materiale pedopornografico, rappresentante immagini raccapriccianti di minori.
Ma poi il Suo nome ed il Suo peso politico, Le consentì nel 2003 di ottenere, dall’Ordine Nazionale dei giornalisti di Roma, l’annullamento del provvedimento di radiazione, sostituito con una semplice censura.
Roba da far gridare allo scandalo. Ma purtroppo non c’erano altri personaggi come Lei, pronti ad infangarLa, come avrebbe meritato, per essere stato nella circostanza “tutelato” da qualche amico.
Quindi, in qualche modo Lei è stato anche un raccomandato ed un giornalista immorale (la sanzione sia pur affievolita, non ha escluso l’addebito).
Ma Le voglio ricordare anche qualcosa della storia del Suo quotidiano Libero.
Nel 2003 il quotidiano Libero ha ricevuto dallo Stato 5.371.000 euro come finanziamento agli organi di partito (quando questi finanziamenti li prendevano gli altri, erano dei ladri…se lo ricorda?). All’epoca Libero era registrato come organo del Movimento Monarchico Italiano, ma poi venne trasformato in cooperativa per ottenere i contributi per l’editoria elargiti alle testate edite da cooperative di giornalisti, a fine dicembre 2006 diventava srl. In seguito è stata creata una fondazione ONLUS per controllare la s.r.l. e, di conseguenza, il quotidiano, in modo da continuare a percepire i contributi in quanto edito da fondazione (Fonti: Il finanziamento quotidiano Archiviato il 28 febbraio 2009 in Internet Archive.. RAI, trasmissione Report del 23 aprile 2006).
Quindi come vede Lei è stato anche un traffichino.
Nel 2009 Ella si rese protagonista di un duro attacco nei confronti del direttore del quotidiano Avvenire, Dino Boffo, che aveva patteggiato una pena per molestie, descrivendolo nei suoi articoli come un omosessuale. Peccato per Lei, però, che la omosessualità di Boffo, si rivelò essere una notizia falsa e, per questi motivi nel 2010 il Consiglio dell’ordine dei Giornalisti della Lombardia le applicava la sanzione disciplinare della sospensione per sei mesi.
Quindi non solo è recidivo rispetto al reato di diffamazione, ma dimostra di essere anche un meschino per l’attività di denigrazione a mezzo stampa di cui si è reso protagonista in tutti questi anni, contro tante persone, ed oggi contro un intero popolo…quello del Sud.
Ma la Sua storia è segnata da tante controversie e vicende giudiziarie (di cui nulla dico), per via della carenza di rettitudine.
Lei ha attaccato la magistratura per difende gli imputati, anche dopo la loro condanna, come nel delitto Marta Russo, di Garlasco, di Cogne e financo nell’omicidio di Yara.
Non ne ha azzeccato una. Tutti colpevoli. Un totale fallimento, anche qua.
Ma cosa ci possiamo aspettare da uno che ha affermato che Adolf Hitler era “severo ma giusto” e, che la Shoah era per lei (testualmente) una rottura di coglioni.
Ecco, che allora è anche un fascista, anzi un razzista.
Ecco perché Lei oggi ha l’obbligo morale di chiudere la bocca, non vogliamo le Sue scuse, né la Sua comprensione, poiché provengono da una persona incivile, perché con il Suo comportamento Ella offende le norme della buona educazione, le consuetudini di reciproco rispetto, di cortesia e di urbanità nei rapporti sociali.
Io credo che se Lei fosse vissuto nel Meridione, magari avrebbe campato, nella migliore delle ipotesi, con il reddito di cittadinanza. Vede da Noi è tutto più difficile, ecco perché per vivere al Sud dobbiamo essere coraggiosi e virtuosi come Falcone e Borsellino, non possiamo permetterci di essere delle persone come Lei, che dietro ad una scrivania insultano chi la Storia la scrive tutti i giorni sulla propria pelle e, non su quella degli altri.
Ora dopo averLe ricordato solo una parte del Suo spaccato personale, Le chiedo: si sente ancora superiore a qualcuno ?
Avv. Antonello Talerico (Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro)

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