I GIOVANI PRATICANTI AVVOCATO E L’ESAME DI ABILITAZIONE

Riceviamo e,  pubblichiamo la lettera della Dr.ssa Valentina Zapparoli, praticante avvocato del Foro di Rovigo,  relativa alla condizione dei giovani praticanti avvocati in relazione all’esame di abilitazione alla professione forense, in questo momento di emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19. 

Egregio Direttore,

Vorrei spiegarLe cosa significa per un Praticante Avvocato ottenere l’Abilitazione alla Professione Forense.

L’abilitazione significa avere una VOCE.

Una voce, non solo per lavorare, ma anche per poter risolvere le problematiche di vita di ogni assistito.

Numerose polemiche si sono susseguite in questi giorni, in merito all’esclusione dei Giovani Professionisti dal c.d. “Reddito di Ultima Istanza” dei 600 euro per le Partite Iva e, nello specifico, dalla categoria degli Avvocati.

Io ho ricevuto il Bonus nonostante risulti essere un Praticante Avvocato Abilitato al Patrocinio. Non nego che, per pagarmi le tre annualità di contribuzione a Cassa Forense, ho fatto molte rinunce.

Il 22 Ottobre 2020 mi scadrà il Patrocinio, per cui sarò cancellata d’ufficio dall’iscrizione da Cassa Forense. Nell’attesa, spero vivamente di poter superare questo Esame. Come Le ho già scritto, ho già superato uno scritto ed affrontato un orale.

Ora, non appartengo né ad alcun Partito Politico né ad alcuna Associazione Forense, ma credo che a noi giovani spettino delle pronte risposte in merito al nostro imminente futuro.

L’art. 5 del decreto legge  22 del 2020, nel richiamare l’Art.87 c.5 del decreto legge  18 del 2020 C.d. “Cura Italia”, estende la sospensione di 60 giorni anche ai termini di correzione dell’esame di abilitazione forense .

Per effetto del decreto Legge, il termine ultimo di correzione si sposterebbe a fine Agosto.

Nessuna Istituzione ha ancora chiarito le sorti del nostro Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione Forense.

Credo, inoltre, che risulterà impossibile ritornare a Dicembre nei Padiglioni della Fiera di Padova.

Sappiamo che il decreto legge “Cura Italia”, all’Art.102, ha abilitato de plano migliaia di giovani medici.

Sia chiaro, io voglio sostenere l’esame di abilitazione, ma credo che le modalità d’esame, vista l’emergenza Covid-19, dovranno essere riformate.

Anch’io ho perso una cugina in questa emergenza sanitaria.

Concordo con alcune proposte che porterebbero i praticanti all’orale, ove verrebbero saggiate le competenze legate alle prove scritte ed alle sei materie dell’orale, tramite strumenti informatici.

Anche le lauree si stanno svolgendo in modalità telematica.

Credo che migliaia di aspiranti avvocati siano in attesa del c.d. decreto Aprile, che verrà votato nella Giornata di Mercoledì 22.

Migliaia di giovani professionisti, senza alcuna tutela previdenziale, sono in attesa del proprio futuro, nonostante il settore abbia anche un C.C.N.L. degli Studi Professionali.

La Legge Professionale Forense, all’art 41 c. 11, si preoccupa solo di riportare che il tirocinio non determina di diritto l’instaurazione di rapporto di lavoro subordinato anche occasionale.

Spero che il nostro grido di DOLORE arrivi alla Politica, e che l’Esame di Abilitazione alla Professione di Avvocato si svolga oralmente con modalità telematiche, adeguandosi alle Piattaforme per svolgere udienza da remoto.

Non da ultimo, migliaia di giovani usciti dall’Università troveranno un ulteriore scoglio, poiché sarà difficilissimo entrare negli Studi Legali per svolgere il praticantato, nonché per assistere alle Udienze. La riduzione del periodo di pratica dai 18 ai 16 mesi risulta infatti essere un palliativo.

Infine, chi ha già superato uno scritto, dovrebbe ripetere, dopo alcuni mesi, solo la parte orale.

Il meccanismo è troppo arrugginito e lento e, migliaia di giovani ne rimangono AGGIOGATI.

Con stima

Dott.ssa Valentina Zapparoli del Foro di Rovigo

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Redazione

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