CORONAVIRUS E GIUSTIZIA: NON SARA’ PIU’ COME PRIMA, FINALMENTE?

Siamo consapevoli dell’emergenza che la nostra Nazione sta vivendo e siamo stati i primi a chiedere provvedimenti drastici nelle Corti nel momento in cui il contagio si stava affacciando; tuttavia, ora chiediamo una pronta ripresa dell’integrale funzionamento del sistema giustizia per garantire ai cittadini la tutela dei diritti, ovviamente nel pieno rispetto delle tutele previste in materia sanitaria. Non sarà più come prima e non lo sarà per tanto tempo (mesi, forse più di un anno), quindi, è doveroso offrire soluzioni affinché la macchina della Giustizia riparta al più presto, funzioni e non si rassegni alla lenta agonia, delle procedure e dei diritti, a cui era destinata prima dell’emergenza. Ognuno deve fare la sua parte, l’avvocatura deve decidere se subire i provvedimenti in tema di giustizia, come è avvenuto in questi anni, ovvero essere protagonista del cambiamento radicale di tutta la società; seppur fiaccata economicamente, la professione forense deve essere l’avanguardia e rispondere presente così come devono farlo l’amministrazione e la Magistratura, con la responsabilità che scaturisce dalla natura del servizio offerto e dalla serenità garantita, nel caso dei dipendenti pubblici, da una remunerazione sicura in tempi di crisi. Le soluzioni devono prendere in considerazione la attuali norme sulla sicurezza contro il contagio, pertanto, le presenze negli uffici giudiziari devono essere limitate al massimo e solo all’indispensabile. Ebbene, in pochi giorni, il sistema giustizia è in grado di rendere operativo su piattaforma on line quanto è già pronto in tutti i settori grazie alla preventiva sperimentazione effettuata da Avvocati e Magistrati: civile, penale, amministrativo e tributario, è sufficiente dare a tutti gli operatori una dead line che consenta la verifica delle strutture tecniche (hardware e software) ed un eventuale aggiornamento dell’apparato pubblico. Tempo necessario, soprattutto, per adottare un provvedimento per ciascuna giurisdizione omogeneo su tutto il territorio, in modo da evitare il “feudalesimo giudiziario” (cit. C.S.M.) e la consueta confusione in cui gli operatori di giustizia si trovano allorquando si adottano provvedimenti urgenti. Un provvedimento che tenga conto delle garanzie dei cittadini, del diritto di difesa e di giudicare nelle migliori condizioni possibili.
Ognuno – cittadini, avvocati, magistrati e amministrativi – però, dovrà mettere in conto di coordinare la propria sovranità con quella altrui e solo una sintesi responsabile potrà garantire un giusto processo. Fatto ciò, e solo dopo aver consentito la ripresa dell’attività, questa è l’occasione per operare, nei prossimi mesi – con una unità di crisi – quella che in Italia sarebbe una svolta epocale mentre negli altri Paesi civilizzati è la normalità: digitalizzazione dell’intero sistema giustizia, annullamento dei tempi morti dei processi, rendere effettiva l’esecuzione delle Sentenze, affrontare seriamente il problema delle carceri, dell’edilizia giudiziaria, della sicurezza, razionalizzare – semplificandolo – il sistema normativo e riconsiderare i provvedimenti in tema di prescrizione. Non sarà più come prima, vero, ma facciamo che questo problema diventi una opportunità, cogliamo l’occasione per trasformare il nostro sistema giudiziario, criticato da tutto il mondo, nell’emblema della rinascita dell’Italia. Non sarà più come prima, speriamo che i cittadini possano dire della Giustizia, finalmente!
Sursum Corda.

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Redazione

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