VENEZIA: A CASA CON PAPA’

VENEZIA: “ A Casa con papà”, protocollo d’intesa  a favore di padri separati in difficoltà”. Tra le difficoltà legate alla nuova situazione dopo la separazione o il divorzio, c’è quella dei padri  che spesso si trovano in gravi difficoltà economiche da non riuscire più nemmeno a garantire, a se stessi e ai propri figli, un tetto sulla testa. Il comune di Venezia si è fatto carico della questione e, l’assessore alla Coesione sociale – Simone Venturini – ha firmato  un protocollo d’intesa con l’Associazione nazionale Padri separati per la gestione di due appartamenti a Mestre (appartamenti arredati composti ciascuno da due camere, due servizi igienici, un salotto e una cucina) da utilizzare per i padri  in difficoltà dopo il divorzio o la separazione. L’iniziativa, si propone di  garantire “il diritto di eventuali figli minori a mantenere un rapporto stabile e continuativo con entrambi i genitori”. Gli immobili, di cui è proprietaria Ipav (Istituzioni Pubbliche di Assistenza Veneziane) saranno concessi in comodato d’uso gratuito per 3 anni (rinnovabili) all’Associazione Nazionale Padri separati che,  li utilizzerà nell’ambito del  progetto “Casa con papà” per aiutare i padri separati a superare la fase “critica” prevenendo il rischio di isolamento e di impoverimento. La durata di utilizzo è di sei mesi e, gli ospiti avranno a loro carico la sola compartecipazione alle spese vive. Il protocollo d’intesa è stato firmato,  dall’assessore alla Coesione sociale, dal presidente di Ipav, Luigi Polesel  e  daTiziana Franchi, presidente dell’associazione Padri Separati. Soddisfazione è stata manifesta dall’assessore Venturini che dice: “Lo scopo dell’iniziativa è aiutare e assistere i padri che, a seguito di una sentenza di separazione, possono trovarsi in un improvviso stato di indigenza Pur a fronte di uno stipendio gran parte della disponibilità economica spesso è diretta a coprire tutti gli adempimenti che lo status di ‘padre separato’ comporta e, tra le difficoltà maggiori, in molti casi emerge proprio l’impossibilità di far fronte al pagamento di un affitto privato. Questo è un problema che a livello nazionale non ha ancora trovato soluzioni giuste e nei sistemi di Welfare è un buco nero che pesa molto”. Da qui la decisione di adottare il protocollo, come prima soluzione: “Senza avere la pretesa di esaurire il ventaglio dei problemi, abbiamo deciso di partire proprio dal problema della residenza – ha spiegato l’assessore – Grazie al coinvolgimento di Ipav da aprile saranno operative due case arredate e composte da due camere, due servizi igienici, un salotto e una cucina dove troveranno ospitalità fino a quattro padri separati che potranno accogliere anche i rispettivi figli. Per la gestione del servizio abbiamo deciso di coinvolgere l’Associazione nazionale padri separati, che ha la necessaria esperienza e competenza per la gestione del servizio”. Sul ruolo del Comune di Venezia l’assessore ha poi aggiunto: “La nostra sarà una funzione importante perché ai padri che saranno ospitati nelle due case sarà messa a disposizione l’intera rete di servizi comunali. Al di là dell’aspetto residenziale, che è la prima risposta che diamo – ha concluso l’assessore – svilupperemo un percorso di rafforzamento dei dispositivi di aiuto, con un monitoraggio periodico, che avranno lo scopo di accompagnare i padri alla conclusione dello stato di assistenza. Non si tratta quindi di un’iniziativa estemporanea, ma si inserisce pienamente in quel ventaglio di servizi di rete che il Comune ha messo in piedi in questi anni”. (Ipav: nuovo Ente nato dalla fusione di Ire (Istituzioni di Ricovero ed Educazione) e L’Antica Scuola dei Battuti di Mestre. Operativo dal 1 gennaio 2020, fa già parlare di sé come di un modello per l’assistenza nel Veneto).

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