INTERCETTAZIONI: VITTORIA DEL GIUSTIZIALISMO A CINQUE STELLE di Elena PERINI

RIFORMA DELLE INTERCETTAZIONI: VITTORIA DEL GIUSTIZIALISMO A CINQUE STELLE. Passato un po’ in sordina, a causa del concomitante decreto sul coronavirus, a 48 ore dalla scadenza del 29 febbraio, è divenuto legge il decreto legge – con la fiducia – sulle intercettazioni. Questo scritto non vuole essere un manuale di procedura penale. Sappiamo tutti,ahimè, cos’è cambiato. Voglio porre l’accento sulla difficoltà che trovo ad insegnare ai nuovi futuri giuristi, che tutto quello che è (era?) alla base dei principi costituzionali da oggi verrà disatteso. Ero convinta che si fosse toccato il fondo con l’abolizione della prescrizione, e l’ergastolo processuale, ed invece oggi devo rabbrividire dinnanzi all’abuso, diciamolo INDISCRIMINATO, dei captatori informatici “trojan” e del potere dei Pubblici Ministeri. A far rabbrividire inoltre è che, il giustizialismo grillino è stato corroborato da PD ed Italia Viva, due forze politiche che da sempre si autodefiniscono garantiste. I trojan sono software “malevoli” perché, all’insaputa del target, sono “iniettati” su pc o dispositivi mobili per captare conversazioni, immagini, messaggi, e anche spostamenti e incontri potendo registrare con videocamera. Fino ad oggi, essi sono stati “promossi” dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione per i reati di maggiore gravità, quali quelli di associazione di stampo mafioso e terrorismo. Ed ora? Non soltanto nelle inchieste relative a reati contro la pubblica amministrazione commessi dai pubblici ufficiali, ma anche quando le indagini si riferiscano a incaricati di pubblico servizio, per reati puniti con la reclusione oltre cinque anni. Il Pubblico Ministero potrà decidere cosa è rilevante e cosa no e non procedere con le trascrizioni creando così una confusione e distorsione mal supportata dalla mancanza di continuità. Si è di fatto passati dal perseguire un reato a perseguire la singola persona. In quest’epoca dove ci si indora la bocca parlando di privacy che fine faremo? Dov’è finito il principio cardine dell’inviolabilità della persona, la riservatezza, la corretta rappresentazione della vita finanche intima di taluno? Quale confusione creiamo ai nostri ragazzi ed,  a noi stessi? Come facciamo a spiegare e spiegarci che l’abuso del trojan come strumento di fatto ordinario d’indagine arriverà a condizionare e condizionarci? Siamo alla deriva, anzi i principi costituzionali lo sono. Ci resta solo che attendere una scialuppa di salvataggio che si chiama Costituzione ed il suo Comandante: la Corte Costituzionale. (Elena PERINI Avvocato Penalista del Foro di Rovigo)

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