POSSO USCIRE IN MARE CON LA BARCA DA SOLO?

Il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020 ha esteso a tutto il territorio nazionale le misure di contenimento della trasmissione del virus Covid 19 che il decreto dell’8 marzo aveva introdotto solo per alcune aree del Paese. Con il DPCM dell’11 marzo 2020 il Governo ha disposto la chiusura di tutte le attività, ad eccezione di farmacie, benzinai, attività produttive, alimentari e punti vendita di beni di prima necessità, ed ha previsto limitazioni stringenti in relazione al  diritto di spostamento dei cittadini italiani.  Sulla base delle disposizioni in vigore in relazione all’emergenza sanitaria “coronavirus”, è ’ consentito uscire solo: a) esigenze lavorative; b) situazioni di necessità; c) motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. La persona che si sposta per una delle ragioni sopra indicate, deve attestare il motivo attraverso un’autodichiarazione, da esibire alle forze di polizia durante i controlli. Molti proprietari di imbarcazioni da diporto si fanno e fanno questa domanda: Posso uscire in barca da solo?    La direzione Marittima di Bari in merito ha emesso una nota indirizzata ai circoli nautici, a firma dell’Ammiraglio Giuseppe Meli – Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata Jonica –, che chiarisce i termini della questione:  “L’uscita in mare richiederebbe inevitabilmente lo spostamento, anche se nel solo ambito cittadino, per il raggiungimento del mezzo navale, e ciò comporterebbe la violazione del DPCM, in quanto tale spostamento non sarebbe giustificato da esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”. Vale a dire le uniche tre giustificazioni ammesse nella famosa autocertificazione da presentare ad un eventuale controllo delle forze dell’ordine.  La violazione – sottolinea l’Ammiraglio Meli – comporta l’applicazione dell’art. 650 del Codice Penale, salvo ogni eventuale successiva verifica di dichiarazioni mendaci dell’autocertificazione. Si confida – conclude la nota – nell’opera di comprensione e conseguente sensibilizzazione che i circoli nautici/associazioni porranno in essere nei confronti di tutti gli associati, in ragione della tutela del bene primario della salute pubblica“. E’ evidente che chi lavora a bordo di un’imbarcazione –   comandante e marittimi imbarcati – possono recarsi a bordo (e uscire in mare) dato che viene rispettato il principio delle esigenze lavorative. Lo stesso vale per i pescatori professionisti, che possono continuare a svolgere la loro attività, uscendo in mare con i pescherecci.

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REDAZIONE

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