COSTA CONCORDIA: “LA RICERCA DELLA VERITA'”

⚓Il naufragio della Costa Concordia è avvenuto  venerdì 13 gennaio 2012.  La nave salpata da Civitavecchia diretta a Savona, ultima tappa della crociera «Profumo d’agrumi», alle ore 21:45:07 giunta nelle acque dell’arcipelago toscano nei pressi dell’Isola del Giglio, impattò contro il gruppo di scogli detti delle Scole, riportando l’apertura di una falla lunga circa 36 metri sul lato di sinistra della carena. L’impatto provocò  un forte sbandamento e il conseguente incaglio sullo scalino roccioso del basso fondale prospiciente Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto, seguito dalla parziale sommersione della nave.  L’incidente cagionò la morte di 32 persone tra i passeggeri e i membri dell’equipaggio e, nel successivo processo, il comandante Schettino fu condannato a 16 anni di reclusione. La tragedia costituisce uno dei più gravi incidenti marittimi della storia italiana; la Costa Concordia è stata la nave di maggior tonnellaggio nella storia ad essere stata vittima di naufragio“La ricerca della Verità” è il libro scritto dal Comandante Cesare FERRANDINO sulla vicenda del naufragio della nave “Costa Concordia, che ancora per l’autore rimane “una triste ed amara vicenda giudiziaria che grida giustizia”. L’autore offre ai lettori le sue considerazioni tecniche su quanto è emerso dagli atti di indagine, non trascurando giudizi critici, evidenziando forzature e falese interpretazioni degli atti stessi.  Secondo la Stargerrak Safety Foundation “ Il disastro della Costa Concordia rimane in gran parte inspiegabile dal punto di vista delle indagini sui sinistri marittimi, regolate dalla Direttiva  2009/18/EC  ed, arriva alla conclusione che “le autorità italiane sono invitate a riaprire l’indagine dell’incidente Costa Concordia da rispondere ai requisiti IMO e della direttiva UE 2009/18/EC. Il sistema giudiziario italiano è invitato a riaprire l’indagine, accusare e giudicare le responsabilità legale della società per l’incidente della Costa Concordia, in conformità e con le responsabilità stabilite dal codice IMO”.  “La ricerca della Verità!  In riferimento al decennale della tragedia della Costa Concordia – al di là della opportuna e giusta solidarietà umana che le testate televisive e giornalistiche hanno evidenziato nei confronti dei familiari delle vittime e richiamato dando un particolare e giusto risalto alla bella popolazione de Il Giglio che ha saputo con grande spontaneità ed altruismo accogliere con umanità e tutta l’accortezza possibile i passeggeri/ naufraghi oltre l’equipaggio per un totale di circa 5000 unità – c’è da riflettere sulla richiesta di Verità che viene da più parti e che ad avviso dello scrivente non può limitarsi a quanto ha finora espresso la Magistratura con sentenze che hanno individuato nel Comandante Francesco Schettino come unico responsabile di tutto. Una Verità per saperne di più ed incidere casomai anche in sede legislativa sull’efficienza ed efficacia di quanto è attualmente in essere circa l’arruolamento ed il rilascio delle certificazioni di bordo e degli attestati professionali del personale che costituisce il Teamwork Brige Management che a quanto pare non soddisfano le emergenze più gravi . C’è da notare che prima ancora dello scrivente ad esprimere queste esigenze è l’opinione pubblica che suscita l’impegno professionale di alcuni opinionisti tipo Gigetto Dattolico ed alcune organizzazioni più sensibili nella difesa degli utenti del mare con la Codacons in testa i cui racconti e le relative riflessioni ancora non vengono accolte da chi ha interesse a lasciare che le cose rimangano nella situazione attuale. C’è, pertanto, da aggiungere a quanto oggi appare e viene data per verità, quello che non appare, quello che viene sottaciuto e ciò con un’indagine appropriata fatta da tecnici sulla scorta delle indicazioni del VDR ( Voyage Date Recorder = scatola nera ) e di quanto è possibile apprendere dalla registrazione del Sinking of Concordia chught on Camera, non escludendo una serena riflessione sulle verità del Comandente De Falco e sulle dichiarazioni che fin dalla prima ora emergono da alcuni personaggi della Magistratura; il tutto al di fuori della conoscenza e della normativa vigente! 16 In questa logica intendo muovermi coinvolgendo, in una riflessione a più voci, quanto più esperti possibili dividendo il percorso fatto da Costa Concordia in due tratte di cui l’impatto con lo scoglio delle Scole sia punto di separazione. A tal proposito è importante raccoglie le voci di persone competenti che hanno avuto una esperienza diretta su queste tipologie di navi. Di quanto è accaduto molto si è detto da più parti e tanto “a vanvera” e la mia indagine cerca di evidenziarne i limiti dal punto di vista tecnico- nautico e giuridico poiché, sempre ad avviso dello scrivente, si è offerto all’attenzione pubblica una visione deviata dei fatti con la individuazione del “capro espiatorio” che sta pagando per tutti per colpe mai provate. Da ciò sento l’obbligo di descrivere quanto realmente è accaduto iniziando dalle caratteriste tecniche della nave e la dinamica dell’evento e le varie responsabilità. L’obiettivo che mi propongo è dunque la ricerca della verità ed essa, oltre a rispondere ad una richiesta di giustizia, risponde al dovere di cittadini impegnati nel settore di saperne di più per contribuire ad avviare un processo educativo/ formativo che sia rassicurante per il futuro e nel contempo rimuova eventuali incrostazioni normative e di prassi consolidata nei rapporti con gli Enti e tra gli Enti sicuramente discutibile nel rilascio di attestati e/o di certificazioni IMO”. (Cesare Ferrandino)

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