TERAMO: I PRIMI 100 GIORNI di ANTONETTI SINDACO

Asfalti e strade comunali: “Cosa faremo nei primi 100 giorni di mandato?” 🗣️“Sarà mia cura, rispetto a quanto è mancato nel passato, redigere un censimento generale delle attuali condizioni dell’intera rete viaria comunale, a cominciare dagli asfalti più deteriorati, considerando le diverse lunghezze interessate, con una graduazione proporzionata e correlata anche all’indice di percorrenza e di pericolosità delle strade. A tal fine, a livello organizzativo, è necessario prevedere una specifica attività di verifica e monitoraggio, sia mediante l’ausilio della polizia municipale, che attraverso l’istituzione di una unità organizzativa dedicata alla ricezione delle segnalazioni da parte dei cittadini. Bisogna innanzitutto capire, in buona sostanza, l’attuale stato e le condizioni delle strade in funzione di diversi parametri di valutazione, per poi redigere un piano di intervento con serietà e scientificità, come non è stato mai fatto fino a oggi; è accaduto che sono state impiegate risorse ingenti per manutenere strade a scarsa percorrenza, mentre al contrario non sono state riasfaltate strade ad alta percorrenza, più pericolose o, peggio ancora, che siano “obiettivi sensibili” (un esempio per tutti, la strada per l’ospedale, che risulta ancora mal messa in alcuni tratti). La ricognizione dello stato di fatto è il punto di partenza, fondamentale, per stabilire un indispensabile criterio: l’ordine di priorità che, in funzione della quantificazione delle risorse economiche occorrenti per il ripristino dell’intera rete stradale, metta la parola fine ad interventi spot, spesso, purtroppo, su chiamata. Tale attività preliminare, da fare con urgenza, potrà poi confluire, sul piano realizzativo, in un accordo quadro con più operatori, come fatto, con lungimiranza, in altre città italiane. L’accordo quadro, in sintesi, è uno strumento, previsto dal Codice dei contratti, che consente di mettere a sistema tutte le esigenze di manutenzione, in questo caso stradale, anche senza disporre, nell’immediato, dell’intera somma occorrente per farvi fronte. L’accordo consente, quindi, di pianificare, nell’arco anche di un quinquennio, le attività da porre in essere, finanziate di volta in volta con le risorse disponibili annualmente, evitando micro affidamenti diretti in somma urgenza e stabilendo, a monte, le condizioni tecniche ed economiche di intervento. Un approccio tecnico, dunque, che sia incardinato sugli uffici competenti, senza l’intercessione o peggio l’intervento materiale presso i cantieri dell’assessore di turno, in veste di dirigente/operaio. Chiusa quella che qualificherei come una vera emergenza di manutenzione straordinaria, che è sotto gli occhi di tutti, non dovrà essere più ammissibile né ammessa la pratica indecente della “rincorsa alla buca”, alla quale abbiamo assistito in questi ultimi anni (ad oggi gestita con improvvisazione e mezzi inadeguati). L’accordo quadro consentirà, infatti, attraverso un servizio di global service qualificato, di pianificare la manutenzione ordinaria e di intervenire anche sull’evento occasionale, segnalato dai cittadini o riscontrato dalle strutture comunali preposte, diminuendo ed auspicabilmente azzerando l’ingentissimo contenzioso presente per i danni occorsi nella circolazione stradale e pedonale. Per assicurare la realizzazione del piano, bisogna, poi, curare, con molta più attenzione, la preventiva informazione e sinergia istituzionale tra tutti gli enti preposti, mediante lo strumento della conferenza dei servizi. Questo, per evitare, come è successo negli ultimi anni, che se ci sono dei lavori da fare per i sottoservizi, questi, spesso e volentieri, riguardino strade appena interessate dal Piano Asfalti. Un esempio emblematico sono i lavori di interramento della fibra: risulta, infatti, evidente, come sia assolutamente mancata una sinergia istituzionale, con una gestione perlomeno dilettantesca. Peraltro, va appurato, una volta per tutte, il perché alcune strade interessate dai lavori della fibra, non siano state mai ripristinate. Un discorso a parte deve essere, infine, fatto per i vicoli del centro storico, anche attraverso il preventivo confronto con la Soprintendenza, assicurando una visione omogenea ed organica di manutenzione nonché l’assoluto decoro. Anzi, il decoro non è accettabile come standard minimo: i nostri vicoli sono il cuore antico e pulsante della città e meritano un’attenzione maniacale per recuperarne il fascino e la storia.” 

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Redazione

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