L’ITALIA FUORI DAL G7?

Quanto tempo deve durare ancora questo governo, che piace all’Ue  ma non agli italiani, prima che “chi di dovere” intervenga, magari sciogliendo come da Costituzione un Parlamento che non rispecchia il sentire del Paese, cioè la volontà politica della maggioranza degli italiani o, in estremo subordine agevolare la nascita di un nuovo governo composto di gente in grado di capire e risolvere i problemi dell’Italia?   Alla Bce, orfana di Mario Draghi, il governo di Roma è diventato un sorvegliato speciale ed i sogni di gloria di Giuseppe Conte  potrebbero presto infrangersi: l’Italia rischia di uscire dal G7, il gruppo delle prime economie del pianeta. Il governo Italiano ha bisogno di aiuto, ma come dice bene Carlo Calenda,  leader di AzioneNon puoi aiutare chi non vuole farsi aiutare“. Le preoccupazioni del desk italiano, per ora non fatte proprie ancora da Christine Lagarde, sono legate alle previsioni impietose sull’economia italiana che purtroppo iniziano a diventare realtà. Secondo la nota, “mentre Germania e Brasile perderanno forse il 5-6%, l’Italia viaggia fra il -9,1% e il -14% e, data la differenza molto contenuta fra il Pil 2019 di Italia e Brasile, che tallona Roma, quest’ultima rischia di uscire dalla speciale classifica delle prime sette economie mondiali, con il Brasile che ne prende il posto”. Se questo dato viene letto assieme a quello tendenziale dell’annoso rapporto debito/Pil, che viaggia sopra il 150%, e a quello del Pil reale pro capite che nel 2019 in Italia era del 15% sotto la media dell’Eurozona, non ci sarebbe proprio scampo. L’Italia potrebbe uscire dal consesso dei grandi della Terra e non avere più quel peso politico, economico, industriale e militare determinante su scala globale. A Francoforte, come a Bruxelles, si aspettavano molto di più pure dalla selezionatissima task force guidata da Vittorio Colao alla quale, però, dopo un primissimo avvio spumeggiante, perfino in sintonia con i vari ministeri, sono poi mancati i collegamenti concreti con iniziative analoghe in altri Paesi. Capita l’antifona, alla fine, soprattutto la Germania ha deciso di fare da sola. Quello che maggiormente ha deluso del rapporto Colao è sintetizzato in un appunto sulla scrivania del vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, sorpreso che non sia stato approntato un vero piano con le priorità, ma una mera lista di suggerimenti senza scadenza e, soprattutto, priva di un’allocazione delle risorse disponibili. Forse anche perché le entrate fiscali italiane subiranno un drastico calo in quanto, solo per fare alcuni esempi, l’Iva su consumi segue il Pil, quindi sarà a -12% o -13%, e l’Irpef crollerà almeno del 30% per via della riduzione del reddito totale dei lavoratori, per non parlare del crollo dei versamenti dei contributi previdenziali per effetto della cassa integrazione, tanto che alla Ragioneria Generale dello Stato iniziano a parlare addirittura di circa 100mila miliardi di minor gettito fiscale. Di queste cifre, agli Stati Generali di Villa Pamphilj nessuno discute, così come è stato accantonato il piano Colao, con alcune uscite  come quella di Mariana Mazzucato,  consigliera economica di Palazzo Chigi, che ha detto un NO, che piace tanto al PD.  La nomina della task force, sembrerebbe essere stata ispirata dalla tecnica del facimm’ ammuina “All’ordine facite ammuina tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora; chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio“. Tale modus operandi è confermato dalla classica linea dicotomica protagonista-attendista di Conte: titoli sui giornali, apparizioni in tv e diluvio di tweet per prendere tempo e tirare a campare. Conte adesso sta facendo gli Stati Generali (famoso rimando storico non proprio di buono auspicio), ma oltre  a  passarelle,  innumerevoli incontri e conferenze, non traspare nulla di concreto e,  dopo l’estate il clima cambierà decisamente. La crisi infatti sarà visibile in tutta la sua gravità proprio in autunno e in inverno, mentre i supposti fondi europei, se va bene, arriveranno in parte nel 2021.  Lo stesso  Presidente della Repubblica ed il governatore della Banca d’Italia chiedono fatti concreti. Comunque la situazione politica è  esplosiva e,  comincia già a delinearsi l’identikit di un nuovo Presidente del Consiglio e di un nuovo Ministro dell’Economia che possano essere davvero in grado di gestire questa seconda ardua fase di rilancio. Sempre che l’Europa non ci metta il becco, come è successo con la Grecia.  D’altronde, come ha detto Pippo Baudo, vecchio democristiano che la sa lunga,: ” Conte, non è stato eletto da nessuno ma comanda e se li porta tutti a spasso che è un piacere. Da collega, visto che sono laureato pure io in giurisprudenza, lo trovo un furbissimo avvocato di provincia e, da “avvocato degli italiani” è diventato difensore di sé stesso”, impresa dove riesce benissimo vista la paura del PD e del M5S di affrontare le urne.

/ 5
Grazie per aver votato!

Redazione

BLOG fondatto e curato da Angelo RUBERTO, Avvocato Penalista del Foro di Bologna, Presidente dell’Associazione “Rete Nazionale Forense”. Il fondatore del sito, al momento non ha intenzione di registrare questa testata giornalistica online poiché tale registrazione è necessaria solo per coloro che intendono ottenere contributi statali, secondo quanto previsto dall’articolo 7, comma 3, decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70. ©2018-2024 Tutti i Diritti Riservati