LETTERA A CONTE DALLE AVVOCATESSE

Ill.mo Presidente Giuseppe Conte,
Siamo un’Associazione di Giuriste, molte di noi Avvocate, e proprio come Avvocate vogliamo esprimere il nostro rincrescimento e la nostra delusione per essere state totalmente abbandonate dallo Stato in questa emergenza sanitaria.

La situazione in cui abbiamo vissuto negli ultimi due mesi e che stiamo tuttora vivendo, soprattutto in Lombardia e nella città di Milano in particolare, sta evidenziando più che mai le nostre fragilità, come professioniste, pur sempre donne, madri, figlie, mogli e compagne.

Abbiamo atteso sperando che Lei, o meglio ciò che Lei rappresenta, si ricordasse di noi e parimenti abbiamo poi tristemente appreso di essere state praticamente ESCLUSE, insieme ai colleghi uomini, dal ventaglio di misure predisposte dal Governo a tutela dei professionisti prima con il c.d. “Cura Italia” ed ancora ora con il decreto “Rilancio”.

A differenza di altri professionisti per gli avvocati indennità e bonus sono subordinati a rigorosi limiti di accesso reddituali che risultano, peraltro, calcolabili con riferimento a periodi in cui l’emergenza COVID-19 non aveva ancora spiegato i suoi effetti. Non solo, la nostra categoria è rimasta esclusa da qualsiasi misura relativa ai contributi a fondo perduto o ad agevolazioni, come i congedi parentali e bonus baby-sitter che invece sono stati previsti per altri professionisti.

Non c’è alcuna tutela e dunque dovremmo forse ritenerci lavoratori “DIVERSI”?
Diventiamo ogni giorno la nuova fascia debole che, riteniamo, meriterebbe – al pari di altre – attenzione e sostegno.

E le Avvocate, proprio in quanto donne, sono quelle che pagano il conto più salato.
Sono le Avvocate che, nella maggioranza dei casi, si fanno carico della gestione in ambito familiare di figli, anziani e disabili, gestione che nel periodo di c.d. lockdown è diventata molto più impegnativa e continuerà ad esserlo per un tempo indeterminato il tutto a detrimento dello svolgimento dell’attività professionale.

Eppure, l’avvocatura paga le tasse come le altre categorie di lavoratori che, invece, un qualche sostegno lo hanno ricevuto o perlomeno sono state considerate.
In questi giorni alcuni scrivono che siamo fantasmi.

Noi sosteniamo da sempre che si è avvocati non si fa gli avvocati. Se questo è vero, poiché Ella è un avvocato, ci permettiamo di ricordarLe che senza avvocati non c’è Giustizia e senza Giustizia non c’è Stato di diritto.

Noi vorremmo che la nostra Nazione continuasse ad essere uno Stato di Diritto e che l’avvocatura – declinata al femminile- fosse considerata degna di tutela e protezione.
Simone de Beauvoir declamava “Non dimenticate mai che basterà una crisi politica, economica o religiosa affinché i diritti delle donne siano messi in discussione. Questi diritti non sono mai acquisiti. Dovrete stare attente alla vostra vita.”

Confidiamo vorrà smentirla e ci attendiamo un riscontro concreto e fattivo.

Con stima ,

Adgi- sez. Milano; Avv. Maria Grazia Monegat; Avv. Francesca Castiglioni; Avv. Antonella Ratti; Avv. Giada Andriolo; Avv. Daniela Capello

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