La selezione del personale, costituisce un momento cruciale in relazione soprattutto alle capacità di razionale utilizzazione delle stesse. Un’organizzazione, poi, che si articola in strutture gerarchicamente ordinate, come quella militare, ha costante bisogno di selezionare il personale – ufficiali, sottufficiali e militari di truppa – tra i soggetti ritenuti più idonei. Molti si avvicinano al mondo militare attraverso le cd. Ferma prefissata, per poi fare il concorso per il passaggio nello Spe da militare già in servizio. Un elemento fondamentale nella valutazione del personale già in servizio è la cd “attitudine militare”, definita dall’art. 588, comma 1° lett. a del DPR n. 90 del 15 marzo 2010 “il complesso delle qualità morali e di carattere, delle doti intellettuali e culturali e delle motivazioni ad affrontare la professione e la vita militare” cioè, quella complessiva disposizione spirituale del militare – ossia morale, intellettuale, valoriale, culturale, motivazionale – dimostrativa dell’accettazione convinta e della condivisione intima dei peculiari caratteri propri della professione, della mentalità e della vita militare: l’Amministrazione va, in sostanza, a valutare la complessiva propensione caratteriale, mentale e, per così dire, esistenziale del militare – originaria od acquisita durante il corso di formazione e/o durante il servizio – ad inquadrarsi armonicamente nell’ambito di un Corpo militare. Una giovane donna di 32 anni, in ferma volontaria dal 2014, ma con l’aspirazione a passare in servizio permanente effettivo (Spe), è stata posta in congedo per scarsa “attitudine militare”. Assegnata ad una caserma in provincia di Lucca, inizia una relazione con un brigadiere, sposato e con figli. Poichè la donna trascorre notti fuori dalla caserma, viene sottoposta a procedimento disciplinare di corpo e, sanzionata con due giorni di consegna semplice. Aveva fatto istanza per transitare in servizio permanente effettivo, ma il 27 maggio 2019 il Comando Generale dei Carabinieri le notifica il provvedimento di collocazione in congedo, “per non ammissione in servizio permanente con decorrenza 3 dicembre 2018. Il periodo trascorso in servizio oltre la scadenza della ferma volontaria è considerato come servizio prestato in ferma volontaria”. Nella motivazione del provvedimento di non ammissione allo Spe, si legge “carenze comportamentali e scarsa consapevolezza del proprio stato, scadente affidabilità sul piano attitudinale, rendimento in servizio progressivamente in flessione nel tempo e non soddisfacente nell’ultimo periodo, minor senso della disciplina militare, palesando pertanto il non possesso con costanza (…) del requisito della meritevolezza per carenti qualità morali, buona condotta, attitudini e rendimento prescritto dalla normativa di riferimento per poter continuare a permanere in servizio nell’arma dei carabinieri”.
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