Sono 13 milioni milioni gli italiani che rinunciano alle cure per motivi economici, mentre 2 milioni rinunciano per problemi legati alle liste d’attesa. Praticamente una famiglia italiana su tre ha almeno un membro che ha rinunciato a curarsi per motivi economici. Sono cittadini in condizione di povertà e marginalità sociale che non possono permettersi di accedere ai servizi sanitari, perchè non sono in grado di pagare farmaci, tichet sanitari, servizi non rimborsabili dal servizio sanitario nazionale, costretti anche a rinunciare ad effettuare importanti esami diagnostici con gravi conseguenze anche sotto il profilo della prevenzione delle malattie. Questo è, quanto emerge da una ricerca effettuata dalla Società Italiana di Farmacologia (SIF) dell’università di Milano. Costretti a rinunciare sono prevalentemente stranieri, casalinghe, famiglie numerose, pensionati e lavoratori atipici. Poi ci sono quelli che rinunciano alle cure perché non si fidano del sistema sanitario della propria regione e perché “curarsi fuori costa troppo”: una percentuale molto alta, se si guarda il dato del meridione. Non potersi curari e/o effettuare esami clinici e diagnostici preventivi aumentano il rischio di ammalarsi e conseguentemente anche la spesa sanitaria per la cura.
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