L’intelligenza emotiva viene definita come la capacità di un individuo di riconoscere, di distinguere, di etichettare e di gestire le emozioni proprie e degli altri. Il concetto d’intelligenza emotiva (Emotional Intelligence) è relativamente recente; la prima definizione risale al 1990 ed è stata proposta dagli psicologi statunitensi Peter Salovey e John D. Mayer. Tuttavia il concetto d’intelligenza emotiva ha iniziato a prendere piede e a divenire “famoso” solo fra il 1995 e il 1996, in seguito alla pubblicazione del libro “Intelligenza Emotiva: Che cos’è e perché può renderci felici“ da parte di Daniel Goleman. 🔥 Daniel Goleman la definisce come “la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri e di saper gestire le emozioni in modo efficace”. Di base include due tipi di competenza: una personale – connessa al modo in cui controlliamo noi stessi – e una relazionale, legata al modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri. L’intelligenza emotiva è senza dubbio una qualità che, per chi la utilizza nel giusto modo, può portare grandi soddisfazioni nella crescita della propria carriera. Ecco quindi che sempre più aziende la incoraggiano e la spingono come competenza per i propri dipendenti. Secondo il modello introdotto da Goleman, l’intelligenza emotiva comprende una serie di capacità e competenze che guidano l’individuo soprattutto nel campo della leadership.🔥 Come svilupparla? Ecco quattro punti su cui lavorare: SVILUPPARE AUTOCONSAPEVOLEZZA: Una caratteristica dell’autoconsapevolezza è la capacità di non prendersi sul serio. Di ridere di se stessi. Per iniziare a incrementare questa nostra capacità, è importante analizzare le nostre preoccupazioni e renderci conto di quanto siano a volte passeggere. ABILITA’ SOCIALE: consiste nella capacità di gestire le relazioni con le persone allo scopo di “indirizzarle” verso il raggiungimento di un determinato obiettivo. AUTOREGOLAMENTAZIONE: Si tratta di mettere da parte i propri sentimenti e spendere del tempo a riflettere su ciò che ci capita, evitando così di reagire emotivamente e attivando invece azioni ragionate. MOTIVAZIONE: Il forte desiderio di raggiungere i propri obiettivi è alla base di una grande intelligenza emotiva. Lottare per un ideale, compiere delle azioni per un “goal” futuro, impegnarsi al massimo per ricevere soddisfazioni: è proprio quando siamo motivate che alziamo l’asticella e miglioriamo le nostre competenze e, di conseguenza, le nostre azioni. EMPATIA: Empatia significa comprendere l’insieme delle emozioni delle altre persone, unita all’abilità di trattare gli altri in base a queste. Per aumentare la nostra empatia, dobbiamo provare ad immaginarci nelle vesti degli altri, cercando di capire che anche loro desiderano essere felici e amati, proprio come noi. Passare quindi da “emotive” a “emotivamente intelligenti” fa tutta la differenza del mondo. Invece di combattere le nostre emozioni, proviamo ad affrontarle e a svilupparle come se fossero delle vere e proprie skills. EFFETTI e BENEFICI dell’Intelligenza Emotiva sulla vita quotidiana, indipendentemente dal tipo di modello adottato per descriverne tratti e caratteristiche, la presenza di un elevato grado d’intelligenza emotiva – intesa come la capacità di percepire, riconoscere e gestire correttamente le proprie ed altrui emozioni – dovrebbe apportare, teoricamente, effetti benefici in tutti gli aspetti della vita quotidiana dell’individuo. Una persona con buon livello di intelligenza emotiva è empatico, sa capire gli altri al di la di quello che dicono, è in grado di intuire le motivazioni, i dubbi, le ansie e le paure delle altre persone!
Daniel GOLEMAN: nato il 7 marzo 1946 negli USA a Stockton – California – ha studiato all’Amherst College, dove è stato allievo di Alfred F. Jones. Si è laureato ad Harvard, specializzandosi in “psicologia clinica e sviluppo della personalità”, dove successivamente ha anche insegnato. Ha scritto numerosi libri ma l’opera più conosciuta è “Intelligenza Emotiva” (Emotional Intelligence) del 1995.
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