12 novembre 2003 : attentato di
#Nāṣiriya. Cade oggi il diciottesimo anniversario della più grave strage che ha visto coinvolti soldati italiani dalla Seconda guerra mondiale: l’attentato di Nassiriya, cittadina nel sud dell’Iraq, base del contingente inviato dall’Italia dopo la guerra a Saddam Hussein. La mattina del 12 novembre 2003 il camion guidato da due terroristi votati al martirio esplose sull’ingresso
di base Maestrale, devastando la palazzina prima adibita a Camera
di Commercio della città irachena, uccidendo 19 italiani e 9 iracheni e facendo una sessantina
di feriti.
L’attentato provoca 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni. Il Comando dell’Italian Joint Task Force si trovava a 7 chilometri da Nassiriya, nella base “White Horse”, non lontana da quella Usa di Tallil. Il Reggimento Msu/Iraq, composto da Carabinieri e polizia militare romena, occupava due postazioni: base “Maestrale” e base “Libeccio”, entrambe poste al centro dell’abitato proprio per mantenere un contatto ravvicinato con la comunità locale. Erano divise da poche centinaia di metri.
Operazione Antica Babilonia (Fonte: VikipeDia): “Nel mese di marzo 2003 ha inizio l’operazione Iraq Freedom (OIF), o seconda guerra del Golfo, da parte di una coalizione composta principalmente degli eserciti britannico e statunitense. Il 1º maggio 2003 la guerra è ufficialmente finita, anche se di fatto gli eserciti stranieri non hanno mai avuto il controllo pieno del territorio, subendo dure perdite dovute ad attacchi ricorrenti. La risoluzione ONU 1483 del 22 maggio 2003 approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite invita tutti gli Stati a contribuire alla rinascita dell’Iraq, favorendo la sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione. L’Italia partecipa attraverso la missione “Antica Babilonia” fornendo unità militari dislocate nel sud del Paese, con base principale a Nāṣiriya, sotto la guida inglese. La città di Nassiriya è il capoluogo della regione irachena di Dhi Qar, sede di importanti giacimenti petroliferi. La missione italiana ha avuto inizio il 15 luglio 2003 ed è stata un’operazione militare con finalità di peacekeeping (mantenimento della pace), che aveva i seguenti obiettivi:
- ricostruzione del “comparto sicurezza” iracheno attraverso l’assistenza per l’addestramento e l’equipaggiamento delle forze, a livello centrale e locale, sia nel contesto della NATO sia sul piano bilaterale;
- creazione e mantenimento della necessaria cornice di sicurezza;
- concorso al ripristino di infrastrutture pubbliche e alla riattivazione dei servizi essenziali;
- rilevazioni radiologiche, biologiche e chimiche;
- concorso all’ordine pubblico;
- polizia militare;
- concorso alla gestione aeroportuale;
- concorso alle attività di bonifica, con l’impiego anche della componente cinofila;
- sostegno alle attività dell’ORHA;
- controllo del territorio e contrasto alla criminalità.
La missione è terminata il 1º dicembre 2006.“Gli italiani sono: #Carabinieri Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante; Giovanni Cavallaro, sottotenente; Giuseppe Coletta, brigadiere; Andrea Filippa, appuntato; Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente; Daniele Ghione, maresciallo capo; Horacio Majorana, appuntato; Ivan Ghitti, brigadiere; Domenico Intravaia, vice brigadiere; Filippo Merlino, sottotenente; Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante; Alfonso Trincone, Maresciallo aiutante: Militari dell’EI: Massimo Ficuciello, capitano; Silvio Olla, maresciallo capo; Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore; Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto; Pietro Petrucci, caporal maggiore; #Civili : Marco Beci, cooperator.
Almablog by Angelo Ruberto, vuole ricorda questo tragico evento, rendendo omaggio a coloro – militari e civili – che ogni giorno, anche in terre straniere, si sacrificano per la Pace, impegnati in territori con pericolose attività, per garantire la sicurezza, le libertà civili nostre e soprattutto di quanti non possono difendersi da soli.
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