nonostante l’enorme lavoro svolto da più di 1 anno, la nostra proposta di assicurare l’esonero contributivo totale 2020 e 2021 ai redditi netti fino a 20.000 euro, indipendentemente dal calo di fatturato e dalla regolarità contributiva, non è passata. Purtroppo, il Governo ha posto la fiducia e la Camera ha potuto approvare solo un maxiemendamento, in cui, fino all’ultimo abbiamo cercato di inserire in qualche modo la misura, anche attraverso la vostra massiccia partecipazione alla pec bomb. Non ce l’abbiamo fatta e al Senato ci sarà solo un passaggio formale, senza modifiche (il decreto va convertito entro il 24 luglio). Dunque resta confermato l’esonero parziale 2021 in presenza del calo di fatturato del 33% ed, inoltre, è stata anticipata la verifica della regolarità contributiva da marzo 2022 a novembre 2021, come richiesto, a quanto pare, dalla Ragioneria generale dello Stato (tuttavia, consentiteci di pensare che “cui prodest scelus, is fecit”).. l rammarico e la stanchezza sono enormi! Ma la rabbia per una profonda ingiustizia lo è di più!! Per questo biennio pandemico, in cui siamo rimasti senza lavoro e senza reddito, avremmo avuto il diritto di ricevere un contributo mensile, come quei dipendenti rimasti a casa a spese della collettività; e, invece, abbiamo chiesto soltanto un dignitoso, quanto ragionevole ed equo, esonero contributivo totale. Nulla di più logico. Il problema è sempre lo stesso: essere soggetti a contributi minimi fissi, non proporzionali al reddito prodotto! Perché? E’ evidente che l’intento sia ancora quello sfoltimento degli Albi annunciato al congresso giuridico di Venezia dall’ex Presidente di Cassa Forense Nunzio Luciano (del quale l’attuale Presidente ne era il vice): “il regolamento contributi serve a fare una certa pulizia degli albi”! Sì, disse proprio “pulizia”… Ma questa visione miope e censuaria aumenterà il numero di partite Iva chiuse, il numero dei disoccupati e delle domande di reddito di cittadinanza (al massimo 780€ per 18 mesi). E chi sarà prossimo ai 65 anni si cancellerà per avere l’assegno sociale inps. E’ questo che vogliono? O, forse, c’è dell’altro? Sovraindebitare i lavoratori autonomi, per gonfiare i bilanci con crediti di fatto inesigibili è un gioco pericoloso, che è stato già sperimentato dalle Banche in passato, fino alla crisi mondiale dei mutui subprime, risolta solo col divieto di sovraindebitare il consumatore oltre 1/3 del reddito netto, previa valutazione del “merito creditizio”. Nessuno può essere indebitato più di quanto possa effettivamente pagare – ad impossibilia nemo tenetur – , altrimenti il sistema collassa e potremmo ritrovarci presto davanti ad una nuova bolla, stavolta previdenziale! Questo principio di proporzionalità altro non è che l’art. 53 Cost. che chiediamo di applicare anche alla previdenza: non si possono esigere contributi minimi di 3.000/5.000 euro dai lavoratori autonomi e professionisti che abbiano un reddito inferiore ai 20.000 euro! Peraltro, la evasione di sopravvivenza non è punibile! Il problema delle Casse previdenziali dovrà certamente essere risolto con un intervento strutturale legislativo e noi abbiamo una proposta di legge n 2441 dell’ On. Colletti, appena calendarizzata, finalizzata a modificare la legge professionale. Il nostro impegno è farla discutere ed approvare al più presto, per togliere il monopolio a CF, liberalizzare la previdenza ed abolire definitivamente la contribuzione minima non proporzionale al reddito, senza la quale oggi non avremmo avuto alcun bisogno di chiedere l’esonero contributivo! Infine, siamo certi che tutto il lavoro fin qui svolto non andrà perduto, che possiamo ricominciare dallo spirito di gruppo che abbiamo costruito e sentito quotidianamente, dalla maggiore consapevolezza del problema che siamo riusciti a diffondere fin dentro l’aula parlamentare (avere avuto un emendamento depositato ad hoc sia nel Sostegni 1 a firma del Sen. Iunio Valerio Romano, che nel Sostegni 2 a firma dell’ On Manzo , non è stato né facile né di poco conto) e dalle relazioni con le associazioni che hanno partecipato alla pec bomb (Avvocati Ora, Avvocati Liberi, Rete Nazionale Forense, Nomos), per essere più forti nelle prossime battaglie, quanto mai necessarie. I prossimi impegni sono:
rinnovare la richiesta di audizione in Bicamerale di controllo degli enti previdenziali (purtroppo è cambiato il presidente che ci aveva confermato la convocazione e bisognava attendere e studiare il nuovo bilancio CF);
i ricorsi contro CF (prossime udienze 20.09.2021 e 25.10.2021 di cui vi daremo presto informazioni sul petitum);
è in cantiere anche una manifestazione in autunno, in prossimità delle scadenze di pagamento dei minimi, per proclamare eventualmente lo sciopero contributivo;
continuare a firmare la petizione per la modifica della legge professionale, che sarà oggetto di un imminente incontro del Comitato in Parlamento, entro il mese di luglio:
Noi andiamo avanti e chi ha dubbi circa la nostra buonafede può uscire subito, così come chi aspetta solo le sconfitte per infierire.
Non chiediamo voti né favori né soldi, ma unità tra colleghi forti e determinati, che abbiano capito la portata della guerra e, soprattutto, da che parte stare.