Molti ricorderanno la serie televisiva Lie to me, con Tim Roth ad interpretare il Dottor Cal Lightman, scienziato esperto in comunicazione non verbale. Insieme al suo staff di psicologi comportamentali, Lightman seguiva le indagini federali per ricercare criminali e sventare delitti. Il protagonista era presentato come il massimo esperto nella lettura delle micro espressioni facciali, diventato tale dopo aver svolto anni di studi antropologici presso alcune tribù della Nuova Guinea (particolarmente interessanti perché prive di altre influenze culturali) e condotto diversi studi scientifici insieme ad altri esperti per elaborare quello che in gergo tecnico è chiamato FACS (Facial Action Coding System). Tramite l’applicazione di tali studi e tanta abilità nella lettura della comunicazione non verbale (e qui un altro acronimo: CNV) riusciva a fornire un aiuto determinante alle autorità. La figura di Cal Lightman è ricalcata su quella di Paul Ekman, uno studioso che ha contribuito fortemente alla creazione di veri e propri metodi di studio ed analisi del comportamento umano. Tanta competenza ha reso Ekman non solo modello per un personaggio televisivo ma anche apprezzato consulente per molte produzioni televisive (lo stesso Lie to me) e cinematografiche (c’era lui a dare le giuste informazioni sulla mimica facciale dei personaggi, in block buster come Inside Out e Soul). Il lavoro di Ekman ha un impatto che va ben oltre i confini del mondo dello spettacolo. Si pensi a quando ci è capitato di ascoltare qualcuno che ci riferisce un’informazione e proviamo la sensazione che qualcosa non torni, che ci stiano tacendo delle informazioni. Ecco, in realtà dietro quella sensazione si cela la percezione del cervello di una discrepanza tra verbale e non verbale, una differenza tra ciò che ci viene detto con la voce è ciò che ci comunica il corpo. Proviamo questa sensazione perché tutti noi possediamo, per lo più inconsapevolmente, il vocabolario della CNV. Purtroppo quasi nessuno sa utilizzarlo e comprenderlo. Per comprendere l’applicazione pratica di quanto sopra, possiamo ragionare su quanto sta purtroppo accadendo nel corso della pandemia che stiamo vivendo e che ci costringe ad indossare una mascherina. Lo facciamo per proteggere la nostra e l’altrui salute ma, inevitabilmente, limitiamo il nostro modo di comunicare con gli altri. Avrete notato come sia più sgradevole comunicare con parte del volto coperta dalla mascherina. La voce è filtrata e questo ci obbliga ad alzare il tono, aumentare la gestualità, utilizzando mani e braccia. Tendiamo a osservare maggiormente gli occhi dell’individuo con il quale stiamo parlando. Tutto questo crea un senso di frustrazione e disagio, che ci confonde. Qui entrano in gioco i professionisti della CNV, come Ekman, che ci aiutano a riconoscere questo vocabolario e sono in grado di insegnarcene la grammatica. Tutto questo appartiene all’ampio e affascinante mondo delle scienze comportamentali, grazie alle quali è possibile svolgere con consapevolezza un’analisi seria e scientificamente corretta del comportamento delle persone, andando oltre le mere sensazioni. Lo scopo, ovviamente, non è tanto quello di replicare le gesta di Cal Lightman quanto di poter affrontare la vita quotidiana con maggiore serenità, migliorando le nostre relazioni, personali e professionali, limitando il più possibile errori e incomprensioni. Tutto ciò risulta profondamente utile nella gestione dei conflitti e dei rapporti umani, andando molto oltre il “capire se mi menti” ma bensì sviluppare la capacità di utilizzare con consapevolezza il nostro corpo per comunicare ed avere una vita più serena. Ci troviamo nel pieno dell’era digitale, dove possiamo comunicare rapidamente con i ogni parte del mondo, eppure, siamo sempre meno capaci di farlo a livello personale. (Sara Magli, Formatrice in scienze comportamentali, comunicazione non verbale e FACS – Bologna – www.saramagli.it – Email: [email protected] ; Instagram Airamal3; Facebook Sara Magli)
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