TORNIAMO LIBERI. CONSIDERAZIONI di Morena IZZO

Sui social spopola l’hashtag #TorniamoLiberi. Siamo seri. Al di là della facile ironia a cui questo Governo si espone, con una gestione irresponsabile di questa emergenza, per non parlare degli innumerevoli errori di comunicazione che l’hanno accompagnata. Riaprire tutto ora, senza mettere in atto le adeguate misure per prevenire la diffusione del contagio, ad oggi praticamente inesistenti, non significherebbe tornare liberi, ma al punto di partenza, anzi peggio. Il fatto che in terapia intensiva ci siano “solo”, perché questo ho sentito dire a qualche parlamentare, duemila posti occupati a fronte dei novemila liberi, non può essere motivo di riapertura selvaggia. Soprattutto se dovesse verificarsi quanto previsto nel report del Comitato tecnico scientifico, che ha valutato i contraccolpi dell’uscita dal lockdown. “Nelle simulazioni, riaprendo tutto al 100% – si legge – le terapie intensive arriverebbero ad aver bisogno di 151.231 posti letto entro giugno, 430.866 a fine anno”. E noi di posti ne abbiamo appena 9 mila. Cifre non molto lontane dal Piano anti-pandemia secretato a febbraio dal Governo, secondo il quale ci sarebbero stati tra i 600 mila e gli 800 mila morti, se il nostro Paese non si fosse fermato. Qui il punto per poter riaprire davvero è solo uno: quali sono le misure messe in atto dal Governo per affrontare in sicurezza la Fase 2? E quali mezzi per poterlo fare? Le mascherine sono davvero in grado di proteggerci? Anche in questo caso abbiamo assistito ad uno scenario disastroso. Prima ci hanno detto che non servivano, poi che andavano bene quelle chirurgiche, poi quelle chirurgiche in realtà andavano bene solo per evitare a chi, già positivo, di trasmettere il virus ad altri. Poi ancora che quelle utili a proteggerci erano le ffp2, poi che in realtà la valvola rischia di proteggere chi le indossa, ma di infettare chi entra in contatto con lui, se positivo. Allora ci hanno detto che quelle che proteggono davvero sono le ffp3. Ora, dal momento che proteggono davvero ed è difficile trovarle, devono essere lasciate ai medici e agli operatori, perché giustamente hanno bisogno di tutelarsi. E noi? Noi possiamo accontentarci delle mascherine chirurgiche, a pensarci bene, anche perché quelle soltanto possono darci a prezzi stracciati, che importa se ci proteggono o meno. Anzi, visto che sicuramente non basteranno, la raccomandazione ora è quella di usarle solo sui mezzi pubblici o altri luoghi affollati. Il prezzo delle mascherine, dicevamo. Altro capitolo scandaloso, le inchieste di questi giorni e le operazioni della Guardia di Finanza, stanno mettendo in luce quanto di più marcio possa emergere, quando si tratta di appalti e truffatori pronti a trarne profitto. Quali altri sono i mezzi per prevenire la diffusione del contagio? I tamponi a tappeto? Non ne abbiamo a sufficienza e poi ci sono i falsi negativi che potrebbero continuare a contagiare. Allora i termoscanner? Ma se sono contagiosi anche gli asintomatici a cosa serve? Allora puntiamo sul distanziamento. Altra incognita. Basta un metro? Prima sì, poi in realtà meglio due. E sui mezzi pubblici come si fa a mantenere le distanze? Bisogna garantire 4 metri quadri. Però con l’obbligo della mascherina non servono più. O forse sì, magari 2 metri quadri. Anzi no, forse è meglio il conta persona. Già ma chi li conta, visto che i controllori non bastano? E l’app Immuni per il tracciamento dei contatti che fine ha fatto? Insomma qui si naviga a vista e così di certo non #TorniamoLiberi, di questo passo non ci torneremo mai. Perché la cosa più probabile che accadrà, sarà un nuovo aumento dei contagi con l’allentamento del lockdown, come sta accadendo in Germania e in Spagna. Riapriamo tutto anche noi perché altrimenti la gente muore di fame, dal momento che degli aiuti del governo non c’è traccia e sia i cittadini che le imprese devono comunque continuare a pagare le tasse. Senza misura alcuna, però, l’alternativa è morire di Covid.

 

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