Parliamo di Bibbiano: perché, da Sindaci, abbiamo il dovere di spiegare il sistema degli affidi nei nostri territori. Sono sindaco da oltre 5 anni e leggere di Bibbiano mi ha procurato un senso di angoscia profondissimo che non si placa con il passare dei giorni. Sono notti che mi rimbomba in mente la domanda: “Come posso fare per placare l’angoscia mia e dei miei cittadini?”L’unica risposta che sono riuscita a darmi è questa: spiegare e raccontare con chiarezza qual’è la situazione a San Lazzaro. Il caso dell’Unione della Val d’Enza ha generato (comprensibilmente) una drammatica sfiducia nelle Istituzioni, pertanto, noi che le rappresentiamo – e ogni giorno ci adoperiamo per onorarle – abbiamo il dovere di rendere conto di quanto accade nei nostri comuni, in modo chiaro e onesto. Solo così potremo, nel nostro piccolo, rinsaldare un legame di fiducia e autorevolezza tra Persone e Istituzioni. Invito tutti i Sindaci a fare altrettanto: è un dovere istituzionale e morale. Il mio comune sfiora i 33.000 abitanti, i minorenni (0-18 anni) sono poco meno di 5.500, i bambini in affido sono 2. 6 bimbi con situazioni problematiche trascorrono la giornata con famiglie che li aiutano a fare i compiti ma la sera tornano a dormire nelle loro case. In altre situazioni gli educatori aiutano nel quotidiano i genitori nella gestione dei piccoli. La soluzione non può essere quella di strappare i bambini alle loro mamme e papà (esclusi casi drammatici nei quali le ferite per l’allontanamento dalle famiglie sono meno traumatiche rispetto a quelle che vengono inferte ai bambini rimandando in casa) ma nella stragrande maggioranza dei casi è solo necessario aiutare concretamente i genitori – con psicologi, professionisti ed educatori – in un percorso di crescita e sostegno alla genitorialità. Questo è da sempre il nostro approccio, grazie al lavoro meticoloso e competente dei professionisti dell’ASL che da noi, diversamente che altrove, gestisce la delega ai minori. Non una associazione privata ma l’Azienda Sanitaria Locale. Negli anni, tante famiglie sono arrivate a bussare alla mia porta per problemi economici, perché i genitori avevano perso il lavoro, oppure erano stati sfrattati. Ascolto sempre ogni famiglia con tutta la premura di cui sono capace ma in questi casi la mia indicazione è sempre stata soltanto una: “è fondamentale rivolgersi allo sportello sociale (e dunque ai servizi sociali) perché solo loro possono fornire la corretta rete di assistenza, morale e materiale, per aiutarvi davvero ad uscire da questa difficoltà”. Tutte, tutte, tutte le famiglie in queste condizioni appena pronunciavo queste parole mi guardavano terrorizzate e mi dicevano: “Sindaco ma se poi vedono che non riusciamo a mantenere i bambini, ce li tolgono”.Mai e poi mai ci sogneremmo di allontanare bimbi dai genitori per mere ragioni economiche: abbiamo una infinità di reti di assistenza, dal contributo per l’affitto, ad Amalio, ai buoni spesa, passando nei casi più difficili attraverso la pronta emergenza abitativa. Ecco, questo è il mio accorato appello: non siete soli, il nostro comune è in ascolto e riconosce nella Famiglia il Cuore della Comunità. (Isabella CONTI SINDACO di San Lazzaro di Savena)
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