BULLISMO SULLE RAGAZZINE E RAGAZZINI di Angelo RUBERTO

Atti persecutori (bullismo),  fenomeno purtroppo in crescita. Mamme che  raccontano  di essere state minacciae e poi prese a sputi, altre che raccontano di essere arrivate appena in tempo per evitare che i figli le prendessero. Ma c’è anche chi dice, di non portare più i propri figli al giardino perché “oramai ostaggio di gruppi di piccoli delinquenti”.

ll 13 aprile 2015 sono state emanate – MIUR – le nuove linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo . Il documento prevede la realizzazione di una serie di azioni per fornire al personale della scuola gli strumenti di tipo pedagogico e giuridico per riconoscere i segnali precursori dei comportamenti a rischio e per prevenire e contrastare le nuove forme di prevaricazione e di violenza giovanile.

Il 13 aprile 2014 è stato rinnovato il protocollo d’intesa con S.o.s. telefono azzurro onlus “La prevenzione e la formazione quali contenuti di diffusione di una cultura orientata al rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”

Per il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza  che si occupa del fenomeno:  “Se famiglia e scuola non bastano più a stabilire norme di comportamento e soprattutto a farle rispettare, è bene che lo Stato intervenga con sanzioni commisurate ai reati commessi…per alcuni reati compiuti da minorenni va bene la misura alternativa al carcere o alla comunità, ma a fronte di reati così gravi contro la persona occorrono intransigenza e inflizione di pene detentive vere e proprie. Andando avanti col metro del buonismo rischiamo di costruire una società senza limiti di sorta. Quando poi  risultano esserci adulti a capo di tali azioni, ebbene nei loro confronti non bisognerebbe applicare attenuanti di sorta, casomai aggravanti, perché nessuno può immaginare di trascinare impunemente nel gorgo della violenza giovani in via di formazione”.

BULLISMO: ripetuti insulti, minacce gravi e aggressioni fisiche, con conseguente cambiamento delle abitudini di vita delle stesse e l’ingenerarsi di un perdurante stato d’ansia, con un evidente effetto destabilizzante della loro serenità e del loro equilibrio psicologico. Il termine bullismo deriva dall’inglese “bullying” e viene usato nella letteratura internazionale per connotare il fenomeno delle prepotenze tra pari in un contesto di gruppo.

Alcuni campanelli d’allarme per riconoscere il bullismo: Per riconoscere se un ragazzo è stato ripetutamente vittimizzato da un compagno o se egli stesso è autore di azioni di prevaricazione, è possibile far riferimento ad alcuni indicatori comportamentali. VITTIMA:  torna da scuola con vestiti stracciati o sgualciti e con libro oggetti rovinati;  ha lividi, ferite, tagli e graffi di cui non si può dare una spiegazione naturale; non porta a casa compagni di classe o coetanei e raramente trascorre del tempo con loro;  non ha nessun amico per il tempo libero;  non viene invitato a feste;  è timoroso e riluttante nell’andare a scuola la mattina (ha scarso appetito, mal di stomaco, mal di testa…);  sceglie percorsi più lunghi per il tragitto casa-scuola;  dorme male e fa brutti sogni;  il rendimento scolastico e l’interesse per la scuola diminuiscono;  ha frequenti sbalzi d’umore: sembra infelice, triste e depresso e spesso manifesta irritazione e scatti d’ira; • chiede o ruba denaro alla famiglia (spesso per assecondare i bulli). BULLO:prende in giro ripetutamente e in modo pesante; rimprovera; intimidisce;  minaccia;  tira calci, pugni, spinge; danneggia cose.

 

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