➡️IL CARCERE E’ ANCHE QUESTO” 

Questa sera a San Vittore, in concomitanza con la proiezione della Prima della Scala, un drammatico suicidio. Non dimentichiamoci come si vive dentro

➡️IL CARCERE E’ ANCHE QUESTO” 
✒️Con queste parole, dette con la voce incrinata, il direttore del carcere di San Vittore, oggi meritatamente quanto beffardamente insignito dell’Ambrogino d’oro, ha congedato il pubblico esterno e i detenuti presenti per la tradizionale proiezione della Prima della Scala nella Rotonda del carcere. Un’impiccagione nel quinto reparto. Chi conosce un po’ i movimenti del carcere aveva capito l’allarme, le corse, l’agitazione. Un ennesimo suicidio, ancora non sappiamo se tentato o riuscito.  ✒️Un suicidio che forse si sarebbe verificato comunque, che come ogni suicidio ha ragioni proprie e va rispettato come dramma unico e quindi non come “ennesimo”, ma che contribuisce a farci sentire tutto il peso della attuale situazione delle carceri. Lo aveva detto il direttore in esordio: la situazione è drammatica, siamo oltre i mille detenuti. Ma andiamo avanti, continuiamo a credere nel nostro lavoro. E, ovviamente, nella necessità di portare dentro la società esterna per momenti di riflessione come quello di questa sera.  ✒️La contraddizione è esplosa, con la sgradevole sensazione di una ricorrenza in cui si fa finta che vada tutto bene, pur consapevoli – e noi avvocati lo siamo – che dietro alle cancellate dei reparti c’è la disperazione, il sovraffollamento, i materassi per terra, i blindi chiusi, la vita invivibile. ✒️Ora, ci auguriamo che questo evento drammatico abbia l’effetto di una notizia che scuote le coscienze di chi continua a credere che le carceri possano essere stipate all’inverosimile. ✒️Noi avvocati siamo vicini alle persone detenute, al personale civile ed in divisa, a tutti quelli che entrano in carcere anche solo per dare una mano, e che fanno sì che San Vittore ogni giorno stia in piedi, nonostante tutto. Ci saremo in ogni occasione in cui si potrà parlare dei progetti positivi che in carcere malgrado tutto esistono, in cui potremo fare in modo che il carcere resti ben visibile alla società invece di finirne ai margini in strutture lontane dagli occhi e dal pensiero di chi non se ne vuole occupare. ✒️Oggi, però, dobbiamo ricordare che il compito di tutela del diritto ad una detenzione dignitosa è di ognuno di noi e che dobbiamo attivare gli strumenti giurisdizionali affinché queste condizioni disumane cessino. Non si può continuare a fare finta di niente, non più. Milano, 7 dicembre 2023

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Redazione

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