Il governo intende varare una riforma in materia di responsabilità per l’esercizio della professione di medico che prevederebbe la depenalizzazione della “responsabilità penale a titolo di colpa per morte o lesioni personali in ambito sanitario”. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha così commentato l’iniziativa : “Dai dati che abbiamo gran parte delle cause giudiziarie contro i medici finiscono in un nulla di fatto, nell’assoluzione. Per questo va depenalizzato il reato. E poi la medicina difensiva è un male. Porta i medici a prescrivere troppi esami, ingolfa le strutture, aumenta le liste di attesa. E lo dico da medico: confonde anche il medico curante che da tanti, troppi, accertamenti deve trarre le conclusioni. Agiremo per depenalizzare la responsabilità medica, tranne che per il dolo, e mantenendo solo quella civile”. Infatti, l’esplosione del numero dei procedimenti penali che riguardano gli operatori del settore medico ha creato, da una parte, all’eccessivo ricorso alla cd. Medicina Difensiva, dall’altra l’abbandono, da parte dei giovani medici, delle specializzazioni ritenute più esposte all’azione penale. Relegando la responsabilità colposa medica nel recinto della sola responsabilità civile si ridurrebbe notevolmente il ricorso da parte dei medici alla medicina difensiva, con conseguente risparmi della spesa sanitaria ma soprattutto – in funzione di una vera tutela della salute – dei tempi di attesa per i pazienti per gli accertamenti diagnostici necessari. In effetti l’attività medica comporta un elevato livello di pericolosità ma i rischi che essa comporta sono necessari perché volti alla conservazione della salute e della stessa vita; ne consegue che in un’area di rischio “autorizzato” i criteri per la valutazione della responsabilità per colpa siano necessariamente meno severi. Anche l’imperizia e l’imprudenza, che connotano la colpa medica, assumono una colorazione del tutto peculiare: si pensi ad un chirurgo che per ragioni d’urgenza debba tentare un intervento mai in precedenza eseguito ed in relazione al quale sia effettivamente “imperito”, o a quante tecniche chirurgiche innovative siano state create direttamente al tavolo operatorio con totale e creativa “imprudenza”. La creazione di una zona penalmente franca, volta a proteggere gli operatori sanitari, potrebbe essere una soluzione ragionevole e foriera di effetti positivi sul funzionamento del sistema sanitario. Ma quale dovrebbe essere l’estensione di quest’area di impunità? Dovrebbe anche comprendere le condotte dannose connotate da negligenza? Nordio: “Il malato è la prima vittima della medicina difensiva, diventata una zavorra per l’operatore sanitario, che ha il diritto di lavorare con tranquillità, e per il malato, che ha il diritto di non essere sottoposto ad esami inutili e costosi, solo perché il medico pensa così di difendersi da possibili aggressioni giudiziarie”. A tale scopo, è stata Istituita, presso il Ministero di Giustizia, una commissione per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica. La commissione, presieduta dal magistrato Adelchi D’Ippolito, risulta composta da: Matteo Caputo (Professore ordinario di Diritto penale – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano); Enrico Elio Del Prato (Professore ordinario di Diritto civile – Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Sapienza di Roma); Vittorio Fineschi (Professore ordinario per il settore scientifico disciplinare Medicina Legale presso l’Università Sapienza di Roma); Antonio Fiorella (Professore emerito di diritto penale – Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Sapienza di Roma); Giulio Maira (Adjunct Professor di Neurochirurgia – Università Humanitas di Milano); Francesco Musumeci (Cardiochirurgo – Direttore UOC di Cardiochirurgia e dei Trapianti di Cuore Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini, Roma); Antonella Polimeni (Rettrice dell’Università Sapienza di Roma); Giovanni Scambia (Medico chirurgo – Prof. ordinario Istituto di clinica ostetrica e ginecologica ospedale Gemelli, Roma);Attilio Zimatore (Professore Ordinario di Istituzioni di Diritto Privato – Dipartimento di Giurisprudenza della Università Luiss Guido Carli, Roma). I compiti della Commissione sono quelli di: esplorare l’attuale quadro normativo e giurisprudenziale in cui si inscrive la responsabilità colposa sanitaria per discuterne i limiti e le criticità e proporre un dibattito in materia di possibili prospettive di riforma; proporre un’approfondita riflessione e un accurato studio sul tema della colpa professionale medica ai fini di ogni utile successivo e ponderato intervento, anche normativo.
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