“AMMALARSI PER RACCONTARLA”

Voglio aprirvi una finestra su come vi potrete sentire quando vi svegliate una mattina qualunque dopo una notte qualunque, dopo aver dedicato una vita di studio e sacrificio per scoprire i meccanismi di uno stato che si autoproclama assistenziale, ma che un giorno vi delude ed il giorno successivo vi delude ancora di più. Il dramma della vita è improvviso e quando vi diranno stavi bene”, vi verrà da rispondere quello che ho capito io in questi mesi: tutti stiamo bene prima di ammalarci!  9 novembre 2019. Sono passati 90 giorni esatti dal mattino in cui d’improvviso mi svegliai completamente intorpidita, dalla nuca in giù, come se tutto il mio corpo si fosse addormentato. Era 11 agosto della scorsa estate. Sarebbe sembrato incredibile anche a me, se qualcuno dei miei clienti o dei miei amici fosse venuto a raccontarmela. Invece mi ritrovo a testimoniarla io in prima persona perché qualcuno lassù ha voluto che io toccassi con mano e provassi sul mio organismo la privazione della salute e l’incompetenza della sanità, così da poterla combattere con cognizione di causa quando qualcuno si rivolgerà a me per la tutela di diritti inerenti la sua salute. Il diritto alla salute è uno dei diritti primari fondamentali inerente strettamente la sfera dell’individuo e la sua tutela è consacrata nell’art. 32 della nostra COSTITUZIONE. Poiché lo stato di diritto in cui viviamo è un apparato composto da diritti e,  istituzioni pubbliche volte a tutelarlo, esiste il SSN (Servizio Sanitario Nazionale) nelle sue articolazioni  locali territorialmente competenti. La gestione della sanità italiana è annosa ed è radicata, ed io certo non scoperchio alcun vaso di Pandora, ma chiedere di rendere partecipe le persone a cui mi rivolgo può essere da monito per due motivi: non occorre che ci fidiamo ciecamente della prima diagnosi che ci viene propinata, uso un termine non a caso, occorre che noi cittadini in prima persona, se ammalati ci rendiamo compartecipi in prima persona del nostro primario diritto alla salute ricorrendo con gli strumenti che la LEGGE ci mette a disposizione ogni volta che pensiamo siano violate. Questo scritto vuole essere una denuncia perché sono un AVVOCATO, ma anche una speranza perché sono un essere umano! Ho scelto di raccontare la mia storia in un libro dal titolo “ Ammalarsi per raccontarla”.

 

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Redazione

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