LETTERA A PAOLO ROSSI

Pubblichiamo la  lettera che Virginia Lusa, avvocato del Foro di Bologna ha scritto al collega Paolo  Rossi.   ✅ “5 anni. 5 anni che sono dall’altra parte. 5 lunghissimi anni. 5 anni in cui dietro ad un sorriso c’era tanta amarezza. 5 anni in cui tutte le volte che un mio/mia cliente mi diceva “avvocato è un’ingiustizia” io avrei voluto rispondere “lo so, la sto vivendo anche io”. Spesso anche con il cliente che ti voltava le spalle reputandoti la causa della sua ingiustizia. Ma no. Noi avvocati non lo facciamo. Non diamo colpe. Teniamo dentro. Siamo cresciuti dovendo risolvere e risolverci da soli. Nei nostri silenzi. Nelle nostre “turbolenze emotive”. Nei nostri problemi, lutti. A cui non viene dato tempo per qualsivoglia elaborazione. Noi dobbiamo esserci sempre, capire. Comprendere, risolvere. Annientando ciò che quotidianamente ci preoccupa. Oggi, questi lunghissimi 5 anni, direi quasi interminabili, finiscono. Grazie a chi mi ha difesa. Non solo come avvocato ma come uomo. Uomo che difende una donna (ci tengo a sottolinearlo) e non nella sua vita privata ma nel suo lavoro, nel suo ruolo. Perché quando sei avvocato donna, trovare qualcuno che creda in Te e nel tuo operato come lui, è un dono. Dirti grazie caro Paolo, è riduttivo. Grazie per aver capito i miei silenzi. Grazie per avermi ascoltata mentre piangevo. Grazie per avermi dato la carica in momenti in cui tutto sembrava mi crollasse addosso. Grazie. Oggi, nonostante quello che ho vissuto, credo ancora tanto nella mia professione anche grazie a Te. Credo nella passione che mi spinge ogni giorno ad aprire un codice, ad andare in udienza, a ricevere un cliente, a studiare e difendere. A saltare le pause pranzo, a correre da un tribunale all’altro, a rispondere al telefono alle 22 di sera o alle 6 del mattino. Ad essere trafelata in mezzo alle mille scadenze con la sensazione di non arrivare mai in tempo. Svegliarmi in piena notte perché sogno un termine di una memoria ed andarlo a controllare in agenda. Accettare grandi responsabilità ed imparare a conviverci. Correre per arrivare alla recita di mia figlia perché una riunione si è protratta o studiare con lei la sera dopo 12/14 ore di lavoro quando la testa scoppia. Tenere con una mano il telefono di studio e con l’altra il cellulare parlando con il pediatra perché, magari, Tea ha la febbre sentendomi tremendamente in colpa per non riuscire ad essere a casa con lei. Rinunciare al sabato o alla domenica o ad entrambe le giornate. Perché anche se non siamo chirurghi, anche noi nel nostro piccolo, salviamo vite ed abbiamo il dovere di assistere. Quelle vite o storie per cui combattiamo ogni giorno. Avere Colleghi come Te, del Tuo calibro, rendono il nostro mondo professionale migliore. Grazie a Te posso dire a gran voce che ne vale davvero la pena. Ho lottato. Abbiamo lottato. Sono passati 5 anni. 5 anni che non dimenticherò mai e che mi hanno insegnato tanto. Grazie Paolo, Grazie davvero di cuore ❤️ Virginia LUSA, avvocato del Foro di Bologna.

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Redazione

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