I REATI NEL WEB di Floriana De FILICAIA

Pedopornografia, adescamento dei minori (grooming), diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (revenge porn). 

Nell’ultimo anno e mezzo, la pandemia ha investito le vite di tutti, modificando abitudini, ritmi e modalità di lavoro, imponendo limiti e regole alla socializzazione e condizionando lo svolgimento di tutti gli aspetti della vita quotidiana. Giovani e meno giovani sono stati costretti ad avvicinarsi al mondo della tecnologia per poter lavorare, ovvero seguire le attività scolastiche ed anche per poter mantenere i rapporti con parenti ed amici. In particolare dalla scuola dell’infanzia fino all’università, ogni studente ha intensificato la relazione smartphone, tablet e pc non solo per poter seguire le attività scolastiche ma anche per poter impegnare le lunghe giornate trascorse nell’isolamento forzato dalla pandemia in atto. Il bilancio di questa accelerazione dei processi di integrazione tra infanzia, adolescenza e internet presenta profili decisamente preoccupanti: nel 2020, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha potuto rilevare un complessivo incremento pari al 77% dei casi in cui sono stati compiuti reati online in danno di bambini e ragazzi <<pedopornografia, adescamento online (grooming) e cyberbullismo ed anche estorsioni sessuali, revenge porn e cyber-stalking>> sono fra i tipi di aggressioni rivolte ai più piccoli in rete, rientranti nei reati di violenza domestica e di genere e sono in costante aumento. Come è noto, la normativa nazionale ed Europea, negli ultimi anni ha intensificato e modificato la legislazione a tutela della violenza domestica e di genere al fine di reprimere un fenomeno in costante crescita. Tra le modifiche introdotte in Italia con il “Codice rosso” vi è l’introduzione del reato di “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” (anche conosciuto con il termine revenge porn). L’autore del revenge porn si rinviene in colui che essendo in possesso dei contenuti sessualmente espliciti di un’altra persona, li diffonde, pubblica o cede in modo indebito, vale a dire senza il consenso delle persone ritratte. Da un punto di vista criminologico ci troviamo di fronte ad una forma avanzata di cyber-bullisimo e il materiale pornografico può essere carpito in diversi modi: Mediante il cosiddetto «sexting» ovvero l’auto ripresa di immagini o video in pose intime da parte della vittima e successivamente inviate a terzi, anche mediante web cam; Mediante la ripresa delle immagini intime durante un rapporto sessuale con il consenso della vittima; Mediante la ripresa della vittima durante momenti intimi (rapporto sessuale, bagni pubblici, spogliatoi ecc..) con telecamere nascoste (spy cam); Attraverso l’hacking dello spazio cloud della vittima (icloud, gmail, microsoft space, ecc..) ovvero del dispositivo (smartphone, laptop, smartpad) anche con la consegna spontanea del dispositivo (es. invio di un pc o di un telefono in assistenza). È importante sensibilizzare soprattutto i giovani ed i bambini e renderli edotti delle conseguenze di quelle azioni che possono sembrare poco rilevanti o semplici “challenge” che nascondono in realtà crimini ben definiti e che possono trasformarsi in veri e propri reati di cyber-stalking ovvero revenge porn ovvero violenza domestica. Queste tipologie di reato inizialmente non sono facilmente identificabili dalla vittima per questo è importante sensibilizzare giovani e bambini, soprattutto di sesso femminile essendo le principali vittime di tali reati, al fine di poter fornire loro aiuto prima che sia troppo tardi.  “CHIEDI AIUTO NON ASPETTARE” ( di Floriana De Filicaia,  Avvocato senior presso Studio Legale De Filicaia, Cosenza, Calabria, Italia)

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