INTERVISTA ALLA DOTTORESSA ALICE MIGNANI

“L’assistente sociale mette a disposizione delle autorità competenti la propria professionalità per programmi e interventi diretti al superamento dello stato di crisi in caso di catastrofi o di maxi-emergenze. Il professionista contribuisce al supporto di persone e comunità e al ripristino delle condizioni di normalità”  (Codice Deontologico dell’Assistente Sociale, Titolo V, art. 42)

Intervista alla dottoressa  Alice Mignani ,  candidata consigliera regionale del Lazio per la sezione B dell’albo degli Assistenti Sociali . Le elezioni si terranno, a mezzo posta certificata il 7 e 8 maggio PV. 

Come prima domanda vorrei chiederle quali sono i compiti del servizio sociale? Il Servizio Sociale Professionale raccoglie le sfide dell’attuale emergenza dettata dalla pandemia, di fronte all’acuirsi di molteplici aspetti che necessitano di risposte immediate, e corsi d’azione volti ad arginare le criticità. La professione di Assistente Sociale è al servizio delle persone e della comunità, ed è volta alla promozione del benessere, “fondamentale per garantire i diritti umani e lo sviluppo sociale”, come afferma il nostro Codice Deontologico fin dal preambolo.

In che modo la pandemia da covid19 ha influito, se ha influito sul vostro lavoro? La pandemia ha esasperato le difficoltà di tutti, soprattutto di coloro che già prima di essa versavano in stato di indigenza e malessere. I dati ci riportano l’acuirsi di gravi problematiche come la violenza domestica e intrafamiliare, la mancanza di tutela per i soggetti con diagnosi psichiatrica, l’alienazione dei giovanissimi che privati dei contesti nutritivi a livello relazionale coltivano illusioni su internet, esponendosi ai rischi ad esso correlati. Solitudine, alienazione, paura: sono le matrici emozionali dell’aggressività, della disperazione, della morte sociale.

Che tipo di interventi si sono resi necessari per limitare gli effetti della pandemia?  Gli interventi devono però volgersi all’analisi del tessuto collettivo, essere orientati da occhio critico, capacità professionale, basti pensare al fenomeno della violenza, sovente caratterizzato da stereotipi che non corrispondono alla realtà, e vanno superati: le uniche vittime non sono le donne, bisogna cogliere e discernere la molteplicità delle situazioni, spesso i ruoli di vittima e carnefice sono sfumati. Ci sono padri, uomini che subiscono violenza e per vergogna non denunciano. Vi sono minori che assistono inermi ad abusi e maltrattamenti, e sono incapaci di elaborare questo vissuto, o subiscono manipolazioni.

Vi sono anche problematiche connesse anche con la salute mentale? Certo! la salute mentale, un grave problema che non gode delle tutele necessarie a proteggere in un sol tempo il soggetto portatore di un disagio e le loro famiglie, abbandonate spesso a gestire crisi ansiose e depressive dei loro cari. La domanda di interventi psicosociali crescerà nei mesi a venire, e bisogna essere pronti ad affrontarla, offrire risposte adeguate: il sapere del servizio sociale professionale si traduce in operatività, e attinge e si completa con quello criminologico e delle scienze forensi, anche in interventi multidisciplinari e d’equipe, che tengano conto della persona e del bisogno in forma integrata.

Quali sono le proposte e gli obiettivi che vuole realizzare se venisse eletta al Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali? Tra le mie proposte presso il Consiglio Regionale dell’Ordine Assistenti Sociali vi è quello dell’apertura di uno sportello di consulenza di Servizio Sociale e Criminologica che rappresenti una porta universale d’aiuto per coloro che si ritrovano a vivere in prima persona situazioni di disagio, abuso, profondo malessere e discriminazione.

Qual’è la sua formazione? La mia formazione,  ha abbracciato integrandoli i saperi del Servizio Sociale, della Criminologia forense e della Pedagogia, mi permette, quindi,  una visione multi-dimensionale della sfera del bisogno, che sia esso declinato al singolo o alla comunità. La stessa professione di Assistente Sociale è in piena evoluzione, e necessita di una immagine che le restituisca decoro e sia in grado di narrarla rappresentandone degnamente la mission storica: essere professionista dell’aiuto a tutto tondo, nell’ottica trifocale che connette il singolo individuo alla comunità sociale e alla realtà storica e istituzionale.

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Redazione

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