CORTE COSTITUZIONALE, sentenza n. 30/2021 con la quale la Corte Costituzionale ha ritenuto legittimo l’art. 131-bis c.p. nella parte in cui esclude la sua applicazione nei casi di resistenza a pubblico ufficiale ex art. 337 c.p. commessi nei confronti di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Detta sentenza segue quella n. 156/2020 che ha invece ritenuto fondata analoga questione in relazione ai reati per i quali non è previsto un minimo edittale di pena detentiva, come l’art. 648 comma 2 c.p. Con la sentenza 30/2021 è stata ritenuta legittima l’esclusione dal campo di applicazione dell’art. 131-bis c.p. di una fattispecie penale che non eccede la “soglia massima di gravità” correlata alla pena detentiva non superiore nel massimo a 5 anni di reclusione. Con la sentenza 156/2020 invece non è stata ritenuta conforme a costituzione l’esclusione di una fattispecie eccedente la predetta “soglia massima di gravità” (punita con pena nel massimo pari a 6 anni).
AVVOCATO ED ISCRIZIONE ALLA GESTIONE SEPARATA DELL’INPS. Secondo la Cassazione, sentenza 18 febbraio 2021, n. 4419, l’obbligatorietà dell’iscrizione presso la Gestione separata da parte di un professionista iscritto ad albo o elenco è collegata all’esercizio abituale, ancorché non esclusivo, di una professione che dia luogo ad un reddito non assoggettato a contribuzione da parte della cassa di riferimento; la produzione di un reddito superiore alla soglia di euro 5.000,00 costituisce, invece, il presupposto affinché anche un’attività di lavoro autonomo occasionale possa mettere capo all’iscrizione presso la medesima Gestione, restando, invece, normativamente irrilevante qualora ci si trovi in presenza di un’attività lavorativa svolta con i caratteri dell’abitualità. (Cassazione civile, sez. lav., sentenza 18 febbraio 2021, n. 4419)
SPOSTAMENTO RESIDENZA DELLA MADRE COMPORTA LA MODIFICA DEL GIUDICE COMPETENTE A DECIDERE SULL’AFFIDO. Nelle cause aventi ad oggetto la responsabilità genitoriale in relazione ai figli nati fuori dal matrimonio il Tribunale competente a decidere è quello della residenza abituale del minore. Si tratta di un foro dalle parti inderogabile, avendo quale funzione quella che la decisione sia assicurata dal Tribunale di massima prossimità al minore. Con la pronuncia n. 27160/2020 la Corte di Cassazione ha esplicitato che la residenza abituale del minore deve essere determinata sulla base di un giudizio prognostico effettuato dal Giudice con riferimento ai caratteri di stabilità della residenza fissata. Nel caso di specie, infatti, pur avendo la madre collocataria con il minore mutato città di residenza soltanto un mese prima dell’inizio del procedimento la suddetta residenza è stata ritenuta avere caratteri di stabilità, sussistendo degli indici univocamente convergenti in tal senso, quali il lavoro e l’acquisto di una casa. La Corte di Cassazione statuisce infine che in sede di determinazione del foro competente non assume rilievo che la decisione del trasferimento del minore sia stata assunta unilateralmente dalla madre collocataria, essendo sufficiente che lo stesso trasferimento non abbia finalità strumentali o abusive o che sia una modalità per sottrarre il minore alla vicinanza dell’altro genitore. (Corte di Cassazione, sez. VI-1, sentenza 27 novembre 2020, n. 27160).
DIRITTO AL CONGEDO PARENTALE per la “seconda” madre di minore di una coppia omosessuale. La mancata concessione dell’astensione facoltativa costituisce un atto discriminatorio del datore di lavoro. Il diniego del congedo parentale alla “seconda” madre (c.d. “intenzionale”) di un bambino di una coppia omosessuale – in presenza di legame genitoriale documentato dagli atti di Stato Civile – costituisce una discriminazione diretta, in ragione dell’orientamento sessuale della lavoratrice, posta in essere dal datore di lavoro, poiché trattamento difforme rispetto a quello che egli avrebbe tenuto a fronte di analoga richiesta del genitore eterosessuale. (Trib. Milano (ord.) 12 novembre 2020)