GIUSTIZIA ITALIANA POSITIVA AL COVID-19 … MAI GUARITA! di Alessia GIORGIANNI

E’ inutile nascondere che la Giustizia italiana ormai da molti anni è affetta da gravi “patologie” legate a scelte politiche/giuridiche inappropriate, che sebbene fossero state adottate per risollevare il sistema dalle problematiche esistenti, non hanno fatto altro che aumentare le difficoltà ed i disagi di un sistema ormai arcaico, inadeguato e troppo lento. Certo è che nessuno poteva aspettarsi che una pandemia mondiale ponesse il problema Giustizia sotto i riflettori di una inadeguatezza più che altro umana, e non solo legata ai codici di procedura. L’attuale Governo ormai da circa un anno continua a disporre applicativi inadatti per tentare di “salvare” quanto più possibile l’attività dei Tribunali. Tuttavia, tutti i provvedimenti ed i percorsi intrapresi si sono rivelati per lo più fallimentari e rischiosi per la salute degli operatori del settore. Le udienze da remoto hanno comportato nei procedimenti penali situazioni di incertezza ed incompletezza nella difesa. E’ accaduto di recente che una collega abbia lamentato di essere stata estromessa dalla conversazione da remoto a scapito della sua posizione processuale, assistendo incredula al dibattito riservato al Giudice ed al pubblico ministero. Come è stata alla ribalta della cronaca la notizia di altri colleghi che hanno sì ottenuto una udienza di presenza, ma con la forte limitazione alla discussione giustificata dall’esigenza di tutelare la salute pubblica, ciò senza preoccuparsi del fatto che l’avvocato quando tratta un processo difende la vita, la dignità e la salute psicofisica del proprio assistito. Le udienze civili, che sono state celebrate per lo più con l’utilizzo dello strumento della trattazione scritta sono da ritenersi, forse, la cosa peggiore pensata dal nostro Ministero. Infatti, al di là del fatto che l’udienza debba sempre essere considerata un’occasione di confronto tra le parti, le dette note non consentono di replicare ad istanze e/o eccezioni che possono essere fatte rilevare alla stessa udienza non essendoci, appunto, il contraddittorio e non potendo prevedere quando parte avversa farà il deposito. Purtroppo non pochi si sono approfittati di questo strumento, come è accaduto che molti giudici hanno applicato un estremo formalismo al fine di dichiarare spesso le note inammissibili con grave danno per la parte rappresentata. Altro grave problema è la non considerazione da parte del Ministero del gran numero di cancellieri e giudici che, o perché positivi al Covid, o in isolamento obbligatorio, ovvero volontario, hanno lasciato vacante la sede di lavoro con gravi carenze di organico. Gli operatori in servizio hanno chiaramente paura di rapportarsi con avvocati spesso trattati da “untori” e, comunque, non sono in grado di coprire tutte le necessità ed attività dei Tribunali a discapito degli avvocati che con grandi difficoltà (e paure) tentano di svolgere anch’essi il proprio lavoro. A ciò si aggiunga l’impossibilità per gli operatori delle cancellerie di utilizzare i programmi del processo telematico nei giorni di tele lavoro, accumulandosi così ritardi anche nel deposito di provvedimenti e quant’altro.  Tutto ciò con la pretesa del Ministero di proseguire l’attività giudiziaria come se non fossimo in Pandemia mondiale. Questo Governo poi ha anche la presunzione di rimanere ancorato a principi di “giustizialismo” inapplicabili allo stato attuale. Oggi più che mai sarebbero necessari istituti quali amnistia ed indulto al fine di ottenere sia uno svuotamento (più sensato) delle carceri, sia di alleggerire i ruoli dei Tribunali ormai sfuggiti ad ogni controllo e/o previsione. Tuttavia, nonostante da tutte le categorie di operatori della giustizia siano stati chiesti gli opportuni provvedimenti ciò che è stato pensato e fatto è risultato come un correttivo peggiore del problema. Anche gli avvocati dell’area civile hanno più volte proposto soluzioni più adatte per “tamponare” l’attuale problema che affligge i nostri Tribunali, ma tutte le istanze sono rimaste inascoltate. Forse la categoria degli avvocati non è ben rappresentata o non riesce ad imporsi, eppure il nostro Governo è composto da molti colleghi che non si comprende per quale ragione si comportino come se non fossero mai entrati in un Tribunale. La giustizia in Italia è malata da anni, codici inadeguati, leggi inadeguate, carceri inadeguati, tempi inadeguati e via via negli anni, evidentemente, Ministri che non riescono ad avere il polso del problema. Ci auguriamo che presto si possa porre fine a questa lenta agonia.

 

 

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Redazione

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