ORDINE di TRASFERIMENTO di MILITARE per INCOMPATIBILITA’ AMBIENTALE

Capita spesso che militari vengono trasferiti per la cd. “Incompatibilità Ambientale” ed, quello che accaduto ad un carabiniere pugliese. Ma, il Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce ha annullato il provvedimento di trasferimento. Il militare era assistito e difeso dall’Avv. Enrico Pellegrino noto amministrativista del foro di Lecce.  INCOMPATIBILTA’ AMBIENTALE. Il trasferimento di sede di un  militare è stato sempre  un argomento abbastanza complesso. È noto, infatti, che le assegnazioni dei militari non sempre seguano le desiderata degli istanti, anzi, sono molti i casi di militari che vengono assegnati in sedi molto lontane dalle loro effettive residenze, trasferimenti che a volte trovano una giustificazione nella cd. “Incompatibilità Ambientale”.   Un carabiniere pugliese era stato trasferito per incompatibilità ambientale, ma non ha accettato il trasferimento, ritenendolo ingiusto e, ha impugnato il provvedimento di trasferimento con ricorso  al Tar. Il militare, assistito dall’avvocato Enrico Pellegrini che così commenta la sentenza che ha dato ragione al militare. I giudice del Tar, hanno statuito che la condizione di incompatibilità ambientale deve essere “determinata da una situazione oggettiva comprovata di rilevante pericolo per il dipendente stesso, o per gravissime ed eccezionali situazioni personali”, sottolinea l’avvocato. Ma non era questo il caso, secondo il Tar Lecce. Il militare deve rimanere al suo posto. Sul punto  l’avvocato Enrico Pellegrini che lo ha assistito nel ricorso Tar: «La sentenza breve odierna del Tar Lecce è conforme e coerente con i princìpi costituzionali e con il codice militare che, in accoglimento del ricorso afferma la necessità concreta che anche gli atti di “autorità” debbano necessariamente uniformarsi alla specifica previsione normativa dettata dall’articolo 52, comma 3 della Costituzione “con conseguente necessità, anche per l’amministrazione della difesa, di osservare, in relazione a fasi di organizzazione e gestione del personale (quali i trasferimenti) che non si differenzino, per procedimento e finalità, da quelli del restante pubblico impiego, dai principi e criteri che segnano il modo d’essere di tutti i rapporti tra Stato-apparato e cittadini, essenziali per la stessa concezione di uno Stato democratico”».

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Redazione

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