COSA C’E’ DA DIRE SULLA CALABRIA E LA SUA SANITA’? di Francesco PALOPOLI

Che devo dire? Che c’e’ da dire sulla Calabria e sulla sua sanita’, sulla sua inefficienza, sul metodo clientelare e mafioso (solo i piu’ esperti di calabrese estremo possono pronunciare ‘ndranghetistico…) della scelta dei suoi amministratori pubblici? Niente, tutti sappiamo tutto! Tutti siamo pienamente consapevoli che la mia terra d’origine soffra di un cancro terribile, che la corrode da dentro e che la rende schiava di se stessa, succube di una violenza e di una collusione senza via d’uscita. Talmente parcellizzato e diffuso da risultare inguaribile. Ma tutti facciamo finta di non sapere o al massimo ci trinceriamo dietro un qualunquistico “cazzi loro!” Tutti, dai politici all’ultimo degli italiani, lo sappiamo bene, conosciamo perfettamente lo stato di estremo disagio dei calabresi quando si ammalano e devono obbligatoriamente emigrare verso gli ospedali a nord, che per la Calabria significa tutto il resto d’Italia. Credo che ognuno di noi abbia avuto come esperienza personale, il dover assistere o ospitare qualche amico o congiunto proveniente dalla “punta dello stivale” che, colpito da un male o solo per un controllo medico, viene a Roma o si muove addirittura verso Milano, con dentro la valigia leccornie tipiche calabresi come salsicce, soppressate, caciocavalli e tanto altro per sdebitarsi del disturbo. Tutti lo sanno, ma tutti fanno finta che non sia un problema, al massimo alzano le spalle sconfortati e rassegnati, nascondendo la povere sotto il tappeto. E tutta questa normale cancrena sanitaria, che imputridisce questa regione, continua nell’indifferenza generale. Finche’ improvvisamente accade l’imprevisto, una pandemia che come un vento impetuoso solleva il tappeto spargendo tutta la schifezza sottostante, accumulatasi negli anni, ovunque, portandola nelle narici e negli occhi di tutti gli italiani e facendoci scandalizzare e inorridire da questa evidente nefandezza. E questo sta succedendo adesso in Calabria, dove poche centinaia di casi di Covid hanno messo in crisi un sistema sanitario marcio ed inefficiente ed una politica che per decenni e’ stata connivente, se non addirittura artefice diretta, del totale degrado sanitario di questa regione. Nessun governo, sia regionale che nazionale, e’ escluso dalla responsabilita’ di questo disastro, neppure quelli con i propugnatori della legalita’ e dell’onesta’, perche’ abbiamo visto l’incapacita’ nel gestire le nomine dei commissari prefettizi, con delega alla sanita’ calabrese. Non basta metterci una pezza! Ma poi, ci rendiamo conto che sono piu’ di 10 anni che la sanita’ in Calabria e’ commissariata? Nessuno si e’ posto il problema di agire realmente ed efficacemente per risolvere questo disastro, senza limitarsi solo a mettere questo o quel commissario, lasciando bellamente al loro posto tutti i dirigenti e i funzionari regionali, che hanno tranquillamente continuato e stanno continuando a fare i loro loschi e disgustosi giochi distruttivi? No, niente, chi se ne frega! So bene cosa succedera’ nel prossimo futuro e posso gia’ da adesso delinearvi quello che accadra’. Lo so perche’, da oriundo calabrese, conosco bene la regione dei miei avi e non mi nascondo dietro un dito. Ancora qualche mese e l’effetto emergenza Covid finalmente finira’. Le tante voci, che ora gridano alla scandalo sanitario calabrese, si attenueranno fino a spegnersi completamente, distratte da tanti altri argomenti piu’ attuali e meno scabrosi. Verra’ nominato l’ennesimo Commissario governativo in sostituzione di Gino Strada, il quale gettera’ la spugna con gran dignita’, con ampie deleghe e tanti soldi, che, grazie ai tanti funzionari pubblici infedeli, finiranno nelle tasche della ‘ndrangheta, e si continuera’ per altri decenni nella totale inefficienza del sistema sanitario. Il procuratore Gratteri continuera’ da solo nella sua pervicace denuncia delle malefatte regionali, senza che nessuno gli presti la benche’ minima attenzione, soprattutto gli amministratori locali. E per finire, ma non meno importante, i calabresi continueranno a fare i viaggi della speranza verso il nord, per cercare di farsi curare mali che nella propria terra “amara e bella” nessuno e’ in grado di affrontare, per la totale inefficienza delle strutture sanitarie, dei costosi macchinari inutilizzati e delle carenze delle professionalita’ mediche, portando rassegnati in giro per l’Italia le loro valige cariche di soppressate, salsicce, caciocavalli…

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