NUOVO SINDACATO DEI CARABINIERI: PERCHE’ SIAMO SCESI IN PIAZZA!

PERCHÉ SIAMO SCESI IN PIAZZA?
Perché il Nuovo Sindacato Carabinieri è sceso in piazza, a Montecitorio? Perché Carabinieri da diverse parti d’Italia si sono presi un giorno destinato al riposo e al recupero psico-fisico, hanno tirato fuori dei soldi per comprare biglietti dei treni e prenotato notti in albergo? Perché dei Carabinieri, insieme alle Sorelle e Fratelli della Guardia di Finanza e delle Forze Armate, nonostante le minacce dello Stato Maggiore Difesa e il tempo inclemente, hanno manifestato in piazza per un intero pomeriggio? Degli sciocchi, dei sognatori, dei poveri illusi? No, e lo dico forte a tutti, specialmente a chi prova sempre a fronteggiare e a mancare di rispetto all’impegno di pochi per dare veri diritti ai militari che ricostruirebbero le nostre Istituzioni, dandogli il giusto slancio e una mentalità aderente per al presente e al futuro. Lo dico forte ai Colleghi, che dopo decenni di voglia di diritti come i Fratelli della Polstato e della Penitenziaria, sono lì alla finestra, ad aspettare che altri dedichino tempo e risorse personali nel tentativo di migliorare anche le loro condizioni, perché solo attraverso la tutela di ognuno si possono tutelare i diritti e le legittime aspettative di Tutti Noi. Siamo scesi in piazza per contestare quella discrezionalità esercitata dagli Stati Maggiori e protetta da chi in questi ultimi anni ha dimenticato il proprio ruolo di rappresentante e ha fatto da foglia di fico a questo sistema malato e che produce solo disaffezione, ingiustizie e malcontento. Ieri, ila Montecitorio, ho sentito un segretario di uno dei sindacati presenti dire al senatore Mininno, venuto da Noi in piazza insieme ad altri parlamentari per esprimere solidarietà e l’impegno di poter migliorare la legge in discussione, che è meglio tenersi la Rappresentanza Militare invece di questa legge. NSC dice no a questa idea, probabilmente espressa da uno dei tanti doppiocappellisti che non ha ancora compreso, nella sua bipolarità di pensiero, che se scendi in piazza da sindacalista non puoi proprio pensare che sia meglio un sistema inefficiente e oggettivamente fallimentare che ha evidenziato da tanti anni come ci sia bisogno di una sindacalizzazione vera, come quella goduta dalle polizie ad ordinamento civile. Non è accettabile che un dirigente sindacale difenda ancora questo sistema inadeguato, è tempo di maturare una vera filosofia sindacale. Diciamo no perché la legge Corda, già approvata alla Camera, dimostrerà come anche l’amministrazione avrà seri problemi di credibilità e di funzionamento se non ci sarà una legislazione capace di dare reali diritti sindacali. NSC ha già espresso in diversi contesti istituzionali dove e come, quasi in ogni articolo, la legge non risponde alle esigenze sindacali e alla necessità di diritti per i Militari, e siamo per un totale ribaltamento della stessa o per l’approvazione in tempi rapidi al Senato senza modifiche. Che non si cambi qualche virgola solo per perdere tempo e pensare di continuare a prendere in giro le richieste delle OOSS. Abbiamo già ribadito nelle Commissioni parlamentari che basterebbe con pochissimi articoli dare la stessa legge in vigore per i sindacati delle Forze di Polizia civili ai Militari. Quaranta anni di una legge che ha dimostrato, attraverso i dovuti e minimi aggiornamenti, come non ci sia stato il minimo problema né attentati alla solidità e alla lealtà della Polizia di Stato e Penitenziaria verso lo Stato, verso gli Italiani. La retorica della militarità è, poi, a tratti imbarazzante e ormai pleonastica, e se non bastano le mancate spiegazioni chieste a chi continuamente tira in ballo questo argomento come un disco rotto, basta leggere la lettera di SMD riguardo la manifestazione di ieri per comprendere cosa significhi “militarità”: prevaricazione, discrezionalità, minacce e arroganza, quando il militare osi pensare di poter rivendicare diritti garantiti dalla Costituzione, povero illuso, Cittadino di serie C (anche secondo i politici che hanno disegnato e approvato questa legge alla Camera). Nel totale silenzio del Ministro della Difesa, nel totale diniego all’incontro con le OOSS, di incontri negati chiesti a lui, ai Politici, ai Segretari di Partito. E alle proclamazione di chi, sia a destra che a sinistra, dichiara di essere dalla parte delle Forze dell’Ordine corrisponde sempre una mancanza di giusta attenzione nei fatti. Ieri è stata una giornata storica, che ha segnato un altro passo verso la consapevolezza che anche Noi Militari abbiamo gli stessi diritti dei nostri Concittadini, che ogni giorno proteggiamo scendendo in strada in divisa e mettendo cuore e cervello a disposizione delle Comunità, tutelandone i diritti. Mi sarebbe piaciuto che oltre a quei Parlamentari che sono venuti a condividere un momento di sano progresso civile, ai tanti Cittadini che passando ci hanno chiesto perché fossimo in piazza a manifestare dandoci ragione, fossero venuti anche i nostri dirigenti, i nostri ufficiali, a sentire il perché della nostra presenza davanti al Parlamento, a darci una mano condividendo idee e visioni sul benessere dei Carabinieri. Invece sono purtroppo arroccati a quel mantra del bisogno di comunicazione predicato durante i rapporti, che però coincide solo con quella che proviene da loro e mai dei loro sottoposti, altra inutile retorica. Ricordo ai miei Colleghi Ufficiali che dire di essere pronti all’ascolto ma poi non prendere in considerazione quello che gli viene detto indica ed evidenzia proprio il contrario. È tempo di partecipazione. Chiedo ai Colleghi di avvicinarsi, di chiedere, di aumentare la conoscenza sul bisogno delle tutele e ricordo a tutti, a Noi, ai Generali, ai Politici, che i Militari giurano fedeltà alla Costituzione e a nessun’altro. Stiamo già andando nelle caserme, non abbiate timore, è vostro diritto informarvi e non sarete sottoposti a rivendicazioni o azioni disciplinari se parlate con noi. Concludo ribadendo che Vogliamo veri diritti come quelli delle Polizie civili o subito la legge Corda. Gli spazi per la nostra attività sociale ce li prenderemo evidenziando come una cattiva legge non può rispondere né alle esigenze delle tutele e dei diritti né al funzionamento corretto e delle istituzioni.

Roberto Di Stefano – Segretario Nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri
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Avv. Angelo RUBERTO, Fondatore ed Editore del Blog. Fondatore ed Amministratore dei gruppi WhatsApp “Alma Doctorum” ed “Alma Avvocati”. Presidente dell’Associazione “Rete Nazionale Forense” (www.retenazionaleforense.eu) ©2018-2024 Tutti i Diritti Riservati