MORTE DI ALESSANDRO NASTA: CONDANNATI UFFICIALI DI MARINA di Tatiana BASILIO

🔴 Morte di Alessandro Nasta: condannati tutti gli imputati ufficiali della Marina Militare. 

Dopo 11 anni dalla sua morte gli imputati: l’allora comandante in capo della squadra navale, Giuseppe De Giorgi, 70 anni, l’allora comandante della nave, Domenico La Faia, 59 anni, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, 72 anni, all’epoca capo di Stato Maggiore, l’ammiraglio Bruno Branciforte, 75 anni, già capo di Stato Maggiore, sono stati tutti condannati per reato di omicidio in concorso, per violazione delle norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro.  Il giovane nocchiere Alessandro Nasta precipitò dal pennone di 15 metri della nave scuola Vespucci e i soccorsi a nulla servirono tanto violento fu lo schianto sul ponte della nave.  Il 24 maggio 2012 la permanenza su nave Vespucci per Alessandro si è trasformata nel giorno della sua morte che ha tinto di sangue quel ponte magnifico, il quale era vanto per la Marina Militare e la nostra Forza Armata, ma qualcosa che non andava su quella nave scuola c’era.  Dopo i miei interventi durante il mio mandato in Commissione Difesa la nave è stata messa alla fonda per due anni circa per procedere con diversi lavori di ammodernamento. Partendo dai più banali tipo il bagno per uomini e donne, la nuova cucina, il compattatore per i rifiuti, fino al più complesso, ma il più utile: la messa in sicurezza per i lavori di risalita in quota.  Sulla nave non erano presenti i sistemi di sicurezza per il lavoro in quota secondo la legge del 2008 sulla sicurezza sul lavoro. È stata una morte annunciata? In un certo senso sì, poiché era statisticamente probabile che prima o poi sarebbe accaduto, e Alessandro è come se si fosse sacrificato per donare la sicurezza a tutti i nuovi allievi della nave scuola più bella al mondo.  Sono stata più volte in visita su nave Vespucci, orgoglio nazionale, per comprendere lo stato dell’avanzamento lavori. Purtroppo si porterà una macchia che le rimarrà per sempre, solo perché si è voluto dare seguito alle tradizioni e nessuno ha mai pensato che in una nave scuola non si crescono eroi, ma militari pronti per una carriera militare.  La giustizia civile ha avuto la meglio sul comparto difesa, per una volta i giudici hanno messo in pratica ciò che era giusto che fosse sentenziato, la specificità questa volta non ha sgravato gli ufficiali dalle loro responsabilità oggettive.  Per me la pena è fin troppo blanda, poiché la vita non vale un risarcimento e non non può essere quantificata con una sentenza che decide quanti anni di galera vale. Purtroppo per il povero Alessandro la vita con lui è stata crudele!  Un abbraccio va alla famiglia di Alessandro, ma soprattutto alla mamma, Marisa Toraldo che con il suo coraggio, forza da leonessa e volontà, possa essere da esempio a tutti quei genitori che non hanno il coraggio di proteggere i propri figli. (Fonte: Profilo LinkedIn Tatiana Basilio)

Tatiana BASILIO: Presidente presso Centro Studi Indipendente – Responsabile Relazioni Istituzionali Laran Business Srl – On. della Repubblica Italiana XVII Leg. IV Commissione Difesa (Camera)

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