LA PRIMA DONNA CALABRESE LAUREATA

“Girau, girau girau e ppoi cu’ pigghiau ? Nu sunaturi ‘i violinu”, così diceva la mamma!

La prima donna calabrese laureata era di Rombiolo, comune italiano  situato nel versante Nord-orientale del Monte Poro della provincia di Vibo Valentia. L’origine del nome del paese non è certa. Alcuni studi hanno evidenziato che probabilmente il nome che derivi  dal  latino rhombiolus, diminuitivo di rhombus, rombo, che a sua volta potrebbe essere legata anche alla parola greca ρόμβος rombos, trottola.

Concetta Pontorieri, calabrese di buona famiglia, aveva carattere e sapeva che fare dei suoi sogni avendo idee chiarissime. Era nata nel 1897 a Rombiolo, un piccolo paese arrampicato sulle falde del monte Poro, vicino a quella che allora si chiamava Monteleone Calabro e oggi Vibo Valentia. Penultima di dieci figli, quando aveva sette anni, rimase orfana del padre, grande proprietario agricolo e sindaco del paese.

Era decisa a studiare. Voleva andare all’Università. Il che significava, tra l’altro, lasciare casa e paese. Era il 1916 e in famiglia successe il putiferio. Vinse lei. Uno dei fratelli, prima di partire lui stesso per la Grande guerra, la accompagnò a Roma, alla Sapienza. Pare l’abbia salutata dicendole: “Avrei preferito accompagnarti al tuo funerale”. Tra le prime cinque donne iscritte in quella Università, e per di più in una disciplina scientifica, Scienze naturali, Concetta Pontorieri – prima donna calabrese – si laureò a Torino nel 1921 e in quell’Ateneo iniziò la carriera accademica. Collaborò con il prof. Vaccari partecipando anche alla fondazione dell’Orto botanico di Chanus, sul Passo del Piccolo San Bernardo, oggi in territorio francese. Precorritrice del femminismo, decise poi di passare all’insegnamento nelle scuole italiane superiori all’estero. L’amore per i viaggi la portò a lavorare a Zurigo, Bucarest e Sofia, dove fu ammessa alla corte della regina Giovanna. A Sofia, Concetta Pontorieri conobbe il violinista Boris Arghirov. Un amore che la madre avrebbe commentato in dialetto: “Girau, girau girau e ppoi cu’ pigghiau ? Nu sunaturi ‘i violinu”(ha viaggiato, viaggiato, viaggiato e poi chi ha sposato ? Un suonatore di violino). Seguì il marito, divenuto primo violino dell’Orchestra del Cairo, nella città egiziana dove insegnò nella scuola italiana e dove nacque la sua unica figlia, Giovanna, e rientrò in Italia quando Boris Arghirov ebbe lo stesso incarico all’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Continuò ad insegnare Scienze nelle Scuole superiori, ricevendo, a fine carriera, la Medaglia d’Oro del Ministero della Pubblica Istruzione. Anche vedova continuò a viaggiare e non tralasciò mai di tornare spesso sotto il monte Poro. E’ morta, in Versilia, nel 2004, a 107 anni. (di Maria Lombardo, viviamolacalabria.blogspot.com)

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Redazione

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