
Avvocato Rossi, grazie per essere con noi. Recentemente il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna ha preso una posizione molto ferma rispetto ad alcune dichiarazioni attribuite al dott. Antonio Pappalardo, Direttore della Giustizia Minorile per Emilia-Romagna e Marche. Potrebbe illustrarci le motivazioni di tale intervento?
Paolo Rossi (PR): La ringrazio, Presidente Ruberto, per l’opportunità di chiarire la posizione del nostro Ordine. La vicenda trae origine da alcune esternazioni gravemente offensive, veicolate tramite canali riferibili al dott. Pappalardo, che hanno riguardato direttamente la figura di Papa Francesco in occasione della sua recente scomparsa. Tali affermazioni non si sono limitate a una critica, pur legittima nei termini di un dibattito civile, ma hanno assunto la forma di vere e proprie ingiurie, contrarie ai principi basilari del rispetto e della convivenza civile. Questo, peraltro, si aggiunge ad altre dichiarazioni che nel tempo hanno mostrato atteggiamenti di aperta intolleranza verso categorie vulnerabili, come cittadini extracomunitari o persone con differenti orientamenti sessuali e appartenenze religiose.AR: Una posizione, quella del vostro Ordine, che quindi non si limita al singolo episodio, ma che coglie un quadro più ampio?
PR: Esattamente. La funzione che il dott. Pappalardo ricopre, ossia quella di Responsabile della Giustizia Minorile per due regioni, è di una delicatezza estrema. Egli si occupa di soggetti minori, molti dei quali già in condizioni di fragilità sociale, alcuni di origine straniera, affidati alla custodia dello Stato. Il suo ruolo non può tollerare il benché minimo sospetto di pregiudizio, perché l’imparzialità e l’umanità sono requisiti imprescindibili per chi amministra giustizia, specie nei confronti dei più vulnerabili.
AR: Nella vostra missiva, rivolta anche al Ministro della Giustizia, chiedete un intervento specifico. Di cosa si tratta?
PR: Abbiamo ritenuto doveroso interpellare il Signor Ministro affinché valuti, con la massima sollecitudine, la permanenza dei requisiti di idoneità del dott. Pappalardo a ricoprire l’incarico di Direttore della Giustizia Minorile. Le sue affermazioni pubbliche denotano sentimenti di ostilità che risultano incompatibili con le responsabilità che il suo ruolo comporta. È una questione di credibilità dell’intero sistema della Giustizia Minorile, già provato da criticità strutturali come il sovraffollamento degli istituti penali, come evidenziato dai recenti disordini all’IPM di Bologna.
AR: Permetta una riflessione: qualcuno potrebbe obiettare che tali dichiarazioni, seppur gravi, rientrano nell’ambito della libertà di espressione. Come risponde il Consiglio dell’Ordine a questa possibile obiezione?
PR: È una riflessione legittima, ma nel caso specifico riteniamo che il diritto di espressione non possa mai giustificare l’odio o l’intolleranza, specie quando questi sentimenti provengono da un pubblico ufficiale che esercita funzioni tanto delicate. L’espressione di idee discriminatorie non è un diritto, è un abuso della libertà di parola. E il punto centrale è proprio il contesto in cui tali dichiarazioni si inseriscono: la gestione di minori in condizioni di restrizione della libertà personale impone uno standard di imparzialità e rispetto assoluto.
AR: Avvocato Rossi, in conclusione, cosa ritiene debba essere il lascito di questa vicenda?
PR: Credo sia essenziale cogliere questo momento come un’opportunità per riaffermare i valori fondanti del nostro ordinamento e della nostra professione: rispetto, accoglienza, dignità della persona, a prescindere da qualunque appartenenza o condizione. È, in fondo, il messaggio che Papa Francesco ha testimoniato per tutta la sua vita, e che oggi il nostro Ordine ha voluto onorare anche in questa occasione.
AR: La ringrazio per la chiarezza e per la fermezza con cui ha rappresentato la posizione del Consiglio dell’Ordine di Bologna. Un messaggio che certamente farà riflettere.
PR: Grazie a Lei, Presidente Ruberto, per l’attenzione e per lo spazio concesso. Alla prossima occasione.