
Lo sappiamo tutti: gli stupidi sono sempre stati tanti al mondo; ma a questa piaga umana va aggiunta anche un’altra importante categoria negativa, che sono gli ignoranti, anch’essi parte di una forza gigantesca nella storia dell’umanita’. A questi due gruppi poderosi, si possono aggiungere anche gli arroganti, i pieni di se’, i supponenti, i faziosi, che sono una forza considerevole, seppure non paragonabile alle prime due. Il mondo per millenni ha retto sulla separazione delle loro carriere, ovvero la folla degli stupidi e la massa degli ignoranti erano distinti e svolgevano univocamente le loro incapacita’ senza grosse frammistioni tra loro. Non avevano ciascuna la pretesa di guidare e giudicare il mondo, magari erano consapevoli dei loro limiti, tiravano a campare, non si mostravano arroganti e supponenti. Il piu’ delle volte avevano l’umilta’ di chi non sa o non capisce e ne e’ in fondo cosciente; non si azzardavano ad aprire inchieste, ad erigersi a giudici, ad esprimere giudizi su tutto cio’ che non sapevano o non capivano, o che non era semplicemente alla loro portata e alla loro comprensione. La novita’ perversa dei nostri anni, soprattutto in Italia, e’ invece che la stupidita’ si e’ unita all’ignoranza, e’ diventata presuntuosa e non solo: si compiace di se’, si esibisce, e’ pure vanitosa, consapevole del suo potere irresponsabile. E’ salita in cattedra, apre fascicoli, emette sentenze, condanna senza alcuno scrupolo. La distorsione del cittadino sovrano e del diritto di voto universale, per cui il voto di un analfabeta vale esattamente quanto quello di un ingegnere o di un filosofo; l’avvento della societa’ dei consumi di massa e del regno della quantita’ che prevale sulla qualita’; la deculturazione radicale di massa, l’affidare il proprio spirito critico a pennivendoli, la volgarizzazione dei costumi, l’uso ed abuso recente dei mezzi di comunicazione, come i social e gli smartphone, hanno permesso la sciagurata fusione delle due carriere: nasce cosi’ lo stupido presuntuoso e l’ignorante arrogante, a loro volta fusi in una sola persona, col disvalore aggiunto della vanita’, della pretesa di celebrita’ e riconoscibilita’. L’ignorante-stupido si sente in diritto di giudicare il mondo, di condannarlo a suo piacimento e di pensare e agire come detta la loro testa, o quel che credono partorito dalla loro testa decide di dire e di fare. Si illudono di giudicare con il loro metro, senza alcuna regola o prendendone una a pretesto ed ignorandone tal’altre perche’ non hanno nemmeno il minimo spirito critico di capire che aderiscono a giudizi prefabbricati e modi, mode e modelli prestampati. Senza sapere nulla di cio’ di cui parlano, senza conoscere l’interlocutore se non attraverso un’etichetta, un dettaglio o un pregiudizio, esercitano cosi’ la loro supponente idiozia e la caricano pure d’ironia e di sarcasmo perche’ hanno capito che la ridicolizzazione dell’altro certifica il loro potere, la loro superiorita’ etnica, etica ed intellettiva. A voler essere piu’ ideologicamente analitici, potremmo dire che a sinistra e’ piu’ facile trovare il mix tra arroganza, ignoranza e stupidita’, per via della loro pretesa superiorita’, mentre a destra l’ignoranza e la stupidita’, seppur diffuse, sono ancora ingenuamente impegnate nella pretesa di interpretare lo spirito del mondo e si arrogano meno il presuntuoso diritto di ritenersi i depositari del vero assoluto. Parlano a titolo personale e non nel nome della storia dell’umanita’. Oppure si affidano ad all’esperienza, alla tradizione, al sentire comune. Il mantenere fuse le due carriere certifica l’arroganza e la protervia del loro potere, perche’ gli stupidi e gli ignoranti si sentono legittimati a sovrastare la volonta’ popolare, ergendosi sopra ogni forma di governo, senza averne peraltro alcuna rappresentativita’. Quel che si puo’ dire e’ che di fronte a questa tendenza sono praticamente ininfluenti i governi, siano essi pseudodestrorsi che sinistrorsi. Non incidono, non ne hanno le capacita’, forse la volonta’ e la possibilita’ di farlo. Ed e’ per tutto questo, per dare speranza al futuro, bisogna in ogni modo provare a separare e mantenere divise le carriere degli stupidi e degli ignoranti, perche’ la loro alleanza, foriera di arroganza e bullismo, e’ un pericolo assoluto per l’intelligenza e per ogni liberta’ sociale e democratica. Per questo motivo io sono per la separazione delle carriere: che gli stupidi continuino ad agire per proprio conto, creando limitatamente danni a se stessi ed agli altri con le loro indagini, e gli ignoranti abbiano una loro dignita’ aculturale, per mezzo della quale dispensare sentenze.