FAMIGLIA E MINORI

Cass. civ., 20 novebre 2024 n. 29838: In tema di dichiarazione giudiziale di paternità naturale, vige il principio della libertà di prova, sancito, in materia dall’art. 269, comma 2, c.c. Secondo tale assunto normativo, non vi è limitazione, ovvero, fissazione di una gerarchia assiologica tra i mezzi istruttori idonei a dimostrare la paternità, ed ancora non esiste alcuna imposizione, riferita al giudice, di dover rispettare un ordine cronologico nell’amissione ed assunzione dei messi istruttori.
Cass. civ., 28 ottobre 2024 n. 27792: L’istituto del fondo patrimoniale riguarda la sola famiglia nucleare, in quanto sulla base del dettato dell’art.171 c.c. lo scioglimento integrale del fondo patrimoniale, anche in assenza di atti dispositivi dei beni, si verifica nel caso del venir meno del vincolo matrimoniale, con l’annullamento o lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio. Seppure le ipotesi non siano tassative, rilevando anche lo scioglimento per mutuo consenso, la norma è indicativa del fatto che il legislatore ha inteso tutelare con il vincolo di destinazione derivante dal fondo patrimoniale i bisogni del solo nucleo familiare rappresentato dai coniugi e dai figli.
Cass. civ., 18 ottobre 2024 n. 27043: Ai fini della revoca dell’assegno divorzile, la convivenza more uxorio instaurata dall’ex coniuge che ne sia beneficiario, può costituire fattore impeditivo del relativo diritto anche quando non sia sfociata in una stabile coabitazione, purché sia rigorosamente provata la sussistenza di un nuovo progetto di vita dello stesso beneficiario con il nuovo partner, dal quale discendano inevitabilmente reciproche contribuzioni economiche e reciproci obblighi di assistenza morale e materiale, gravando l’onere probatorio sul punto sulla parte che neghi il diritto all’assegno.
Cass. civ., 11 ottobre 2024 n. 26517: In tema di separazione personale, la mera conflittualità tra i coniugi durante la separazione, non preclude il ricorso al regime preferenziale dell’affidamento condiviso solo se si mantenga nei limiti di un tollerabile disagio per la prole, mentre assume connotati ostativi alla relativa applicazione, ove si esprima in forme atte ad alterare e a porre in serio pericolo l’equilibrio e lo sviluppo psico-fisico dei figli, e, dunque, tali da pregiudicare il loro interesse.
Cass. civ., 17 settembre 2024 n. 24883: Il minore, capace di discernimento, conserva un diritto di manifestare la propria opinione nei procedimenti che lo riguardano e da ciò deriva l’obbligo dell’autorità giudiziaria di tenere in considerazione l’opinione manifestata dal minore, dovendo anche misurarsi con le caratteristiche del caso concreto e con il “superiore interesse del minore”. Difatti a determinate condizioni, il giudice può anche superare la contingente volontà manifestata dal minore, il quale non è sempre pienamente consapevole di tutte le implicazioni che condizionano il suo equilibrato sviluppo, purché di queste ragioni il giudice dia adeguata motivazione, all’esito di un esame approfondito e accurato di tutti gli aspetti che vengono in rilievo.
Cass. civ., 16 settembre 2024 n. 24811: In tema di separazione, la parte che chiede l’addebito della separazione all’altro coniuge, per l’inosservanza dell’obbligo di fedeltà, ha l’onere di dimostrare la relativa condotta e la sua efficacia causale nel rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza. Al contrario, spetta a chi eccepisce l’inefficacia dei fatti posti a fondamento della domanda, e quindi dell’infedeltà nella determinazione dell’intollerabilità della convivenza, provare le circostanze su cui l’eccezione si fonda, vale a dire l’anteriorità della crisi matrimoniale all’accertata infedeltà.

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