
La scrittura a mano rappresenta un’attività che appare semplice, ma in realtà è il risultato di un complesso processo neurologico, motorio e cognitivo. Per questo motivo, è particolarmente sensibile all’influenza dell’età e delle condizioni mediche rivelando molto sullo stato di salute di una persona e sul suo benessere generale. Con l’avanzare dell’età, la scrittura subisce cambiamenti legati alla riduzione della forza muscolare, della coordinazione motoria fine rendendo i tratti meno precisi, più tremolanti e talvolta più lenti. Questi cambiamenti possono essere del tutto fisiologici e legati all’invecchiamento naturale, ma in alcuni casi rappresentano segnali di condizioni neurologiche o cognitive più serie. Le condizioni mediche, in particolare quelle che colpiscono il sistema nervoso centrale, possono lasciare tracce evidenti nella scrittura. Ad esempio il Morbo di Parkinson, seconda malattia neurodegenerativa più comune dopo l’Alzheimer, causa tremori, rigidità, lentezza e perdita di coordinazione motoria, con significative implicazioni sulla scrittura. La grafia dei pazienti mostra caratteristiche come riduzione della grandezza delle lettere, pressione debole e rallentamento. Studi hanno confermato che tali alterazioni, evidenti anche nelle fasi iniziali, devono essere attentamente considerate nei contesti forensi, collaborando preferibilmente con specialisti medici per un’analisi completa dello stato clinico del soggetto. Non solo le patologie neurodegenerative influiscono sulla scrittura, ma anche condizioni temporanee, come uno stato d’ansia, stress o l’assunzione di alcuni farmaci, possono alterare i tratti grafici. Un periodo di forte tensione emotiva può portare a tratti rigidi, tremolanti o eccessivamente marcati. Quello che rende la scrittura a mano così affascinante è la sua capacità di rivelare non solo il benessere fisico, ma anche lo stato emotivo e psicologico di una persona. Ogni gesto grafico racconta la nostra storia.