
Il 24 gennaio, si celebra la giornata internazionale degli avvocati in pericolo, a ricordo dei cinque avvocati uccisi nel 1977 a Madrid, “colpevoli” di aver aiutato dei lavoratori a far valere i propri diritti. Nell’intento di creare non solo un’occasione per commemorare l’eroico sacrificio dei colleghi, l’istituzione di tale giornata ha lo scopo, altresì, di porre l’attenzione sulle minacce e le violenze subite da chi esercita la professione dell’avvocatura senza costrizioni politiche, religiose, sociali e di qualunque genere, soprattutto in particolari zone del mondo. Il 2025 è dedicato alle condizioni degli avvocati in Bielorussia, governata in maniera autoritaria da Alexander Lukashenko, ormai da trent’anni. Lukashenko ha, persino, facoltà di nomina e revoca dei giudici. E’ chiaro, pertanto, quanto possa essere libero l’esercizio della Giustizia in questo Paese e come sia difficile operare a garanzia dei diritti per i nostri colleghi. Così come non possiamo tacere la recentissima condanna dello scorso 17 gennaio della corte distrettuale di Petushinsky, nei confronti degli avvocati di Aleksei Navalny, per aver partecipazione a una “organizzazione estremista”, come la Fondazione anti-corruzione di Navalny è stata qualificata dal governo russo. Tuttavia, è necessaria una breve osservazione, anche volgendo lo sguardo allo stato dell’Avvocatura oggi, in Italia. E’ del 05.01.25 il comunicato stampa di Rete Nazionale Forense a solidarietà della collega Elisa Indriolo, insultata per aver assunto l’incarico quale difensore d’Ufficio, e come tale obbligatorio, di un uomo accusato di aver sfregiato l’ex compagna. Invero, la nostra amata Costituzione ha sancito l’inviolabilità del diritto di difesa, conferendo all’avvocato, nell’espletamento del suo ruolo, la sacralità che la nostra professione merita. Al diritto di difesa ex art. 24 Cost. corrisponde parallelamente la tutela del “diritto alla libertà, inviolabilità e l’effettività della difesa”, sancito all’art. 1 del nostro codice deontologico. E così come i medici compiono il giuramento di Ippocrate, anche noi avvocati, all’inizio della nostra professione, declamiamo un giuramento, non meno solenne, che ci impegna, non solo, nei confronti del nostro assistito, ma anche a tutela della Giustizia. Troppo spesso, invece, l’avvocato viene colpevolizzato per l’estenuante difesa che compie in favore del proprio assistito. Manca, ancora oggi, la consapevolezza generale che difendere l’Avvocatura equivale a difendere i diritti e gli uomini e le donne, che sono titolari di quei diritti. Laddove, invece, iniziamo a valutare quali condotte e, ancora peggio, quali persone meritino di essere difesi e quali no, non siamo lontani dal cadere nel baratro dei regimi totalitari, che reprimono, per prime, la Giustizia e la Libertà. Pertanto, è con orgoglio che pensiamo ai nostri colleghi bielorussi, ringraziandoli del sacrificio che compiono ogni giorno, per onorare quel giuramento che ogni avvocato ha espresso, soprattutto nei confronti della propria coscienza. (Redatto dall’Avv. Ermelinda Mazzei, segretario della Sezione RNF Castrovillari) – Avv. Angelo RUBERTO (Presidente)
