
Una firma può essere considerata un’imitazione e quindi un falso quando il falsario cerca deliberatamente di riprodurre la firma di un’altra persona deformando la propria scrittura per avvicinarsi il più possibile al modello originale. Questo tipo di falsificazione implica uno sforzo consapevole e mirato, ma nonostante la cura e l’attenzione del falsario, la riproduzione risulta inevitabilmente priva di alcune caratteristiche distintive che contraddistinguono una firma autentica. L’imitazione può avvenire attraverso diverse modalità, ciascuna con peculiarità e indizi che possono rivelare la natura fraudolenta della firma. Una delle tecniche più comuni è l’imitazione per copiatura, che può essere pedissequa e servile oppure a memoria o a mano libera. Nell’imitazione pedissequa e servile, il falsario osserva direttamente il modello autografo mentre lo copia lentamente, cercando di replicarlo con la massima precisione. Anche dopo numerose esercitazioni, il prodotto ottenuto, sebbene possa apparire simile all’originale, tradisce la mancanza di spontaneità. In questa modalità, il falsario si concentra soprattutto sulla forma delle lettere più evidenti, ma non è in grado di riprodurre fedelmente elementi grafici complessi come la pressione, il ritmo, la velocità e la vitalità del gesto grafico. La pressione, ad esempio, appare spesso uniforme e innaturale, priva delle variazioni tipiche di una scrittura autentica. Inoltre, il ritmo è caratterizzato da indugi, esitazioni e soste, mentre l’insieme manca dello slancio naturale di una firma autentica. Questi difetti si manifestano anche sotto forma di tremori, ripassi e correzioni, che rendono la firma falsificata priva di fluidità. L’imitazione a memoria o a mano libera, invece, avviene quando il falsario, dopo essersi esercitato osservando il modello, tenta di riprodurre la firma senza più guardarla direttamente. In questo caso, il gesto risulta più rapido e sciolto rispetto all’imitazione pedissequa, ma continua a essere artificiale. Se la firma originale è particolarmente complessa, il falsario faticherà a riprodurla con precisione, lasciando tracce caratteristiche della propria scrittura che emergono attraverso elementi come la pressione, le proporzioni e la disposizione degli spazi. Anche in questa modalità, sono difficilmente replicabili caratteristiche come il ritmo naturale, la fluidità dei tratti e la coerenza delle ampiezze. Un’altra modalità di falsificazione è quella per composizione, che consiste nel creare una firma utilizzando lettere o sillabe ritagliate da testi differenti, assemblate come un puzzle per formare una nuova firma. Questo metodo, sebbene sofisticato, presenta evidenti segni di incoerenza grafica. Gli elementi grafici non si collegano fluidamente tra loro e la pressione, il ritmo e gli spazi risultano irregolari. Inoltre, attraverso strumenti di ingrandimento, è possibile individuare segni di ritaglio o montaggio, che confermano la natura artificiale della firma. Infine, nell’imitazione per calco o trasferimento, il falsario utilizza un modello di firma autentica che viene ricalcato o trasferito direttamente sul supporto finale. Questo processo prevede che la firma originale venga sovrapposta al foglio da firmare e che il tracciato venga ricalcato a mano. Tale tecnica, tuttavia, presenta inevitabili imperfezioni, poiché il falsario opera in posizioni scomode, spesso appoggiandosi a superfici trasparenti come vetri o finestre. Le firme realizzate con questa modalità rivelano tratti oscillanti, esitazioni, stacchi innaturali e riprese che non si trovano in una firma spontanea. Inoltre, quando più firme vengono riprodotte dallo stesso modello, la loro identica corrispondenza diventa un chiaro indicatore di falsificazione, poiché una firma autentica presenta sempre variazioni naturali dovute alla spontaneità del gesto. La falsificazione, indipendentemente dalla modalità utilizzata, comporta un notevole sforzo cognitivo e motorio. Il falsario, concentrato sulla replicazione del modello, tende a trascurare aspetti più sottili come la fluidità, il ritmo naturale e la vitalità del tratto. Questo porta inevitabilmente a risultati innaturali, caratterizzati da rallentamenti, tremori e mancanza di coerenza grafica, tutti elementi che possono essere individuati da un’analisi grafologica approfondita condotta con strumenti tecnici e microscopici. Dott.ssa Romina Casella